“Il rischio di nuovi scontri c’è, in città iniziano a circolare malumori rispetto alla mediazione con i golpisti: la situazione rischia di degenerare, speriamo prevalga la ragione”. A dirlo, da Ouagadougou sono fonti della MISNA – mantenute anonime per garantirne la sicurezza – che commentano gli ultimi sviluppi della crisi in Burkina Faso e la proposta arrivata dai negoziatori internazionali di un reinsediamento del presidente di transizione Michel Kafando – deposto la scorsa settimana – in cambio di un’amnistia contro i militari golpisti.
Per la popolazione che nei giorni scorsi è scesa in piazza sono inaccettabili in particolare due punti della proposta, proseguono le fonti: l’amnistia stessa e la previsione di elezioni (entro il 22 novembre) a cui possano partecipare anche i fedelissimi dell’ex presidente Blaise Compaoré, fuggito dal paese lo scorso ottobre dopo 27 anni al potere. Proprio della cerchia ristretta dell’ex capo di stato faceva parte il generale Gilbert Diendéré, che ha preso la guida dei golpisti del Reggimento di sicurezza presidenziale (Rsp), la guardia d’élite del vecchio leader.
La proposta, formulata tra grandissime tensioni, non ultimi i disordini provocati ieri dai sostenitori dei golpisti nei pressi dell’Hotel Laico sede dei colloqui, dovrà essere comunque approvata anche dalla Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Cedeao).
Dopo gli scontri della mattinata, la calma sembra essere tornata in città, e anche oggi la situazione sembra essere più distesa. “I posti di blocco del Rsp non sono più onnipresenti – è la testimonianza raccolta dalla MISNA – ma aumentano anche i danneggiamenti di centraline telefoniche per impedire le comunicazioni: ormai la rete internet è quasi del tutto assente e in alcuni casi ci sono problemi anche con i telefoni cellulari”. Anche i manifestanti ostili ai militari, inoltre, hanno costruito barricate in vari luoghi della città.
Restano chiusi anche molti uffici e attività commerciali, ma, prosegue la fonte, “hanno riaperto i due più grandi mercati della città: la gente compra da mangiare e fa la fila per le ricariche telefoniche, si cerca, per il momento, di respirare”.