Mercoledì 23 settembre 2015, ore 14
In nottata l’esercito lealista e i golpisti si sono incontrati dal Re Mogho Naaba. Questi gli accordi: la guardia presidenziale (RSP) ha accettato di deporre le armi entro 72 ore. Le forze armate lealiste devono ritirarsi di 50 km da Ouagadougou per l’effettivo disarmo, il cui luogo sarà stabilito dalla Direzione centrale del materiale bellico. Le forze armate lealiste vogliono anche garantire la sicurezza dei soldati dell’RSP e delle loro famiglie. La guardia presidenziale deve inoltre lasciare tutti i posti strategici della città e rinchiudersi nelle sue caserme secondo i termini previsti.
E’ un buon segno! Per dirla come battuta: col re non si scherza. Effettivamente qui in Burkina il re gioca un ruolo importante all’interno della società e non è sempre un ruolo negativo, conservatore o simbolico. Il paese è popolato da circa 70 etnie differenti, sono presenti almeno 4 religioni importanti e le contraddizioni sociali e politiche (lo stiamo vedendo) sono enormi. Il re è un grande mediatore, è ascoltato da tutti. La sua parola è determinante. E’ considerato saggio e, almeno quello che regna oggi lo è davvero. Conosco un suo ministro, col quale parlo spesso e una volta gli ho chiesto: “Ma se il re va fuori di testa che cosa succede?” Lui mi ha risposto sorridendo: “In questo caso ci ha consigliato di dargli un veleno e metterne su un altro”.
Comunque la si pensi, il re è andato dritto al punto: sciogliere definitivamente la guardia presidenziale.
Altro segno incoraggiante è che oggi il Presidente della Transizione Michel Kafando riprende il suo “potere” e incontrerà alcuni presidenti africani che stanno arrivando nella capitale. E’ importante perché anche Kafando considera prioritario lo scioglimento dell’RSP e non è d’accordo con i punti centrali della mediazione CEDEAO.
Che cosa farà adesso il generale Dienderé? Questa è la domanda che circola. Le opinioni sono contrastanti: secondo alcuni è un uomo finito e non gli resta altro che tentare la fuga, mentre altri sostengono che si tratta dell’ennesima strategia per prendere tempo e fare qualche manovra. In ogni caso la percezione della gente è che entro 3 giorni al massimo tutta questa storia sarà finita in un modo o nell’altro.
In rete si ripetono messaggi che invitano la gente a non abbassare la guardia, a restare vigile. Mi colpisce uno in particolare: “Migliaia di Figli di Sankarà si sono svegliati per difendere la loro integrità. Il suo sacrificio non è stato vano.”
Parecchie persone oggi sono per strada; decidiamo di uscire anche noi per andare alla fattoria. Domani c’è la festa mussulmana del Tabaski e vogliamo prendere un montone. Purtroppo all’ultimo momento l’amico che ci deve accompagnare m’impedisce di uscire perché ”un bianco potrebbe far gola a qualche militare stronzo”. Tant’è! Sono contento per Alice e Veronique, che possono andare e distendere la tensione di questi giorni.