“Sgomento e amareggiato” per le gravi accuse rivolte da Amnesty International ad alcuni ‘caschi blu’: così Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu, si è definito dopo che un rapporto dell’organizzazione per i diritti umani ha attribuito a uomini della missione delle Nazioni Unite in Centrafrica (e in particolare dei contingenti ruandese e camerunense) l’uccisione di due civili disarmati e la violenza commessa su una bambina di 12 anni.
Entrambi gli episodi – ricostruisce Amnesty – sono avvenuti nel quartiere PK5 della capitale Bangui tra il 2 e il 3 agosto. Ban, attraverso il suo portavoce Stéphane Dujarric, ha promesso un’inchiesta approfondita sui fatti: negli ultimi mesi altre accuse di abusi su minori erano emerse sia contro ‘caschi blu’ che contro componenti della missione francese Sangaris.
Resta intanto problematica la situazione di sicurezza in varie parti del paese, ancora attraversate dagli scontri tra milizie Seleka e Antibalaka: solo la settimana scorsa 12 civili hanno perso la vita in attacchi degli Antibalaka e nelle successive rappresaglie di Seleka. Restano, invece, ancora nelle mani dei loro sequestratori due funzionari pubblici della località di Baboua, nella regione di Nana-Mambéré (nell’ovest). Il sindaco e il viceprefetto sono stati rapiti da miliziani appartenenti probabilmente al Fronte Democratico dl popolo centrafricano, guidato dal noto capo guerrigliero Abdoulaye Myskine. Una trattativa è stata aperta dal governo per la loro librazione.
Per le necessità immediate dei civili ancora coinvolti nel conflitto l’Onu ha annunciato lo stanziamento di 13,2 milioni di dollari di fondi supplementari, mentre prosegue la preparazione delle elezioni che dovrebbero, dopo vari rinvii, tenersi ad ottobre. A questo scopo la Comunità economica degli stati dell’Africa Centrale (Ceeac) ha prolungato il mandato delle attuali autorità di transizione, in scadenza il 18 agosto, fino al prossimo 30 dicembre. Per le presidenziali si sono già registrati 20 candidati, tra cui l’ex premier Nicolas Tiangaye e l’ex presidente François Bozizé, deposto proprio dai ribelli Seleka a marzo 2013.