Torture contro gli oppositori del presidente Pierre Nkurunziza in Burundi. Le ha denunciate oggi Amnesty International, in un rapporto che raccoglie numerose testimonianze delle vittime di queste pratiche.
Secondo l’organizzazione non governativa per i diritti umani, l’uso della tortura nel paese si è intensificato da aprile, quando Nkurunziza ha annunciato che avrebbe corso per un terzo, contestato mandato alla guida della repubblica. Nkurunziza è stato poi eletto in un voto considerato non credibile dalla comunità internazionale.
Stando alle testimonianze raccolte da Amnesty, contro oppositori, giornalisti e civili semplicemente sospettati di aver preso parte alle manifestazioni contro Nkurunziza sarebbero state utilizzate barre di ferro e acido, mentre le vittime erano sotto la custodia della polizia e dei servizi segreti in “centri di detenzione non ufficiali”. Ai fermati – continua il rapporto – non è stato consentito di vedere un avvocato né di contattare le famiglie.
“Il governo – è l’appello dell’organizzazione non governativa – deve mettere fine con urgenza a queste pratiche e sospendere immediatamente i presunti responsabili”. L’invito a mobilitarsi sul tema è stato rivolto anche agli organismi internazionali.
Intanto non accenna a calare la tensione nel paese, dove da pochi giorni si è svolta la cerimonia d’insediamento di Nkurunziza per il suo terzo mandato. È di oggi la notizia dell’uccisione, avvenuta nel fine settimana nel comune di Isale (provincia di Bujumbuira), di un responsabile locale del partito Fnl. Quest’ultimo fa capo ad Agathon Rwasa, uomo politico ed ex capo guerrigliero che, dopo essersi opposto a Nkurunziza, ha accettato nelle scorse settimane il posto di vicepresidente dell’Assemblea nazionale.