E’ necessario e urgente un impegno contro il razzismo in Italia. Ed invero vi sono già molte iniziative in corso. Quella che vorremmo proporre potrebbe essere agevole da condurre e produrre qualche risultato.
Un ragionamento
Due sono gli obiettivi: il primo: ottenere, se possibile, risultati limitati ma concreti che vadano nella direzione del riconoscimento dei diritti fondamentali per il maggior numero possibile di esseri umani almeno nel nostro paese; il secondo: contrastare con le nostre voci e la nostra azione il discorso e la prassi dominanti, che sono il discorso e la prassi dei dominatori razzisti e schiavisti, dei signori della guerra e della barbarie.
L’idea è di provare ad attivare alcune risorse istituzionali per contrastare il razzismo istituzionale.
La proposta è di premere sui Comuni e sul Parlamento con una progressione degli obiettivi.
Alcuni provvedimenti – quelli che proponiamo ai Comuni – sono agevolmente ottenibili se si creano localmente dei gruppi (persone, associazioni, rappresentanze istituzionali…) capaci di premere nonviolentemente in modo adeguato e con la necessaria empatia e perseveranza; e sono agevolmente ottenibili perché molti Comuni d’Italia li hanno già deliberati e realizzati, e quindi nulla osta in via di principio al fatto che altri Comuni li adottino a loro volta.
Le cose che chiediamo al Parlamento sono meno facilmente ottenibili, ma la nostra voce può comunque contribuire se non altro a suscitare una riflessione, a promuovere la coscientizzazione, a spostare i rapporti di forza, ad opporsi a ulteriori violenze smascherando la disumanità delle scelte razziste e indicando ciò che invece sarebbe bene fare.
Un metodo
Noi suggeriremmo a chi ci legge e condivide questa proposta di cominciare scrivendo di persona agli amministratori comunali ed ai parlamentari; poi proponendo ad altre persone di fare altrettanto; poi se possibile coinvolgendo anche associazioni e media ed attraverso essi sensibilizzando e coinvolgendo altre persone ancora; poi chiedendo incontri con i rappresentanti istituzionali; e perseverando.
Non vediamo bene un’iniziativa piramidale con un “coordinamento nazionale” e le modalita’ burocratiche che ne conseguono. Preferiremmo un’iniziativa policentrica, in cui ogni persona possa agire da se’, e meglio ancora con le persone con cui sente un’affinita’, e meglio ancora se si riesce ad organizzare un coordinamento locale, ma tra pari e senza deleghe ed in cui le decisioni si prendono con la tecnica nonviolenta del metodo del consenso.
Una sola condizione poniamo come preliminare e ineludibile: la scelta della nonviolenza.
Proponiamo di cominciare e vedere cosa viene fuori. Comunque non sara’ tempo sprecato.
Ed ecco le proposte:
1. Quattro richieste ai Comuni:
1.1. affinché il sindaco – qualora non lo abbia già fatto – informi, inviando loro una lettera, tutte le persone straniere diciottenni residenti o domiciliate nel territorio del Comune che siano nate in Italia ed in Italia legalmente residenti senza interruzioni fino al compimento del diciottesimo anno di età, che la vigente legislazione prevede che nel lasso di tempo tra il compimento del diciottesimo ed il compimento del diciannovesimo anno di età hanno la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana facendone richiesta davanti all’Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza con una procedura alquanto più semplice, rapida e meno dispendiosa di quella ordinaria per tutte le altre persone aventi diritto;
1.2. affinché il Comune – qualora non lo abbia già fatto – attribuisca la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita’ locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa (ovvero a) tutte le bambine e tutti i bambini nate e nati nel territorio comunale da genitori non cittadini italiani; b) tutte le bambine e tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono nel territorio comunale; c) tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono nel territorio comunale ed intendono ricongiungere le famiglie affinche’ alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all’affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinché i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell’educazione delle figlie e dei figli);
1.3. affinché il Comune – qualora non lo abbia già fatto – istituisca la “Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune”;
1.4. affinché il Comune – qualora non lo abbia già fatto – istituisca la presenza in Consiglio Comunale dei “consiglieri comunali stranieri aggiunti”.
2. Quattro richieste al Parlamento:
2.1. affinché legiferi il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti;
2.2. affinché legiferi l’abolizione dei Cie e di tutte le forme di detenzione di persone che non hanno commesso reati;
2.3. affinché legiferi l’abolizione di tutte le ulteriori misure palesemente razziste ed incostituzionali purtroppo tuttora presenti nell’ordinamento;
2.4. affinché legiferi il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Italia.
Naturalmente
Sono naturalmente disponibili alcuni modelli di lettera (e molti materiali di riferimento) per ognuno di questi punti, che chi vuole prender parte all’iniziativa puo’ riprodurre e adattare.
Il Centro di ricerca per la pace e i diritti umani
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, centropaceviterbo@outlook.it