Di Brett S. Morris
Nell’aprile 2012, Nengyong Yang, un agricoltore del Laos, stava tagliando un albero nel suo campo, in preparazione alla semina del granturco. Mentre stava tagliandolo con l’accetta, una bomba incastrata nel tronco dell’albero gli esplose in faccia. Nengyong è sopravvissuto ma ha perduto la vista e la capacità di provvedere a sua moglie e ai suoi quattro figli. Due mesi dopo la moglie ha trovato il suo corpo senza vita che pendeva da un albero.
Nengyong è soltanto una delle circa 20.000 persone che sono state ferite o uccise da ordigni inesplosi (UXO) nel Laos fin dal 1973. Gli UXO (Unexploded Ordnance) sono un’eredità dei frequenti bombardamenti del Laos dal 1964 al 1973, quando gli Stati Uniti fecero cadere due milioni di tonnellate di bombe sul paese – più di dodici volte la quantità delle bombe fatte cadere sul Giappone durante la II Guerra mondiale. Il Laos è il paese della terra con più persone pesantemente colpite dai bombardamenti.
Negli Stati Uniti, l’intervento in Laos è noto come “la Guerra Segreta” perché il governo ha nascosto ogni cosa sulle sue attività. Ma per i laotiani, gli effetti del bombardamento americano non sono mai stati un segreto.
La Guerra Segreta
Il Laos era (e rimane) una società per lo più povera, agricola. I Francesi mantennero il Laos come colonia dalla fine del diciannovesimo secolo fino alla fine della Prima Guerra di Indocina nel 1954, quando al paese fu garantita l’indipendenza e la neutralità. (L’unica eccezione è stato il breve periodo in cui il Giappone ha controllato il Laos durante la II Guerra mondiale).
Una coalizione di governo di fazioni di destra, neutrali e di sinistra, era intesa ad amministrare il potere, ma questo si dimostrò impossibile nel clima geopolitico di quel tempo. Gli Stati Uniti tentarono di tenere fuori dal potere sia i neutrali che il Pathet Lao di sinistra (era l’organizzazione comunista e nazionalista che aveva combattuto contro i francesi) con la corruzione e con elezioni truccate.
Disilluso da un processo politico che gli negava la partecipazione, il Pathet Lao tornò a combattere e il Laos fu subito travolto in una guerra civile che opponeva il Pathet Lao (sostenuto dal Vietnam del Nord) al governo realista di destra (sostenuto dagli Stati Uniti). Nello stesso tempo, forze nord vietnamite cominciarono a infiltrarsi nel Laos lungo il Sentiero di Ho Chi Minh, intensificando il coinvolgimento degli Stati Uniti in Laos.
Sul terreno, in Laos la CIA organizzava e addestrava un esercito di mercenari di etnia Hmong per combattere il Pathet Lao. Guidata da Vang Pao, un brutale comandante che giustiziava sommariamente coloro che lo intralciavano, l’esercito mercenario subì diecine di migliaia di perdite di vite umane. Van Pao cominciò a reclutare soldati bambini per rimediare alle pesanti perdite e fece traffico illegale di oppio per finanziare le sue operazioni. A queste attività veniva dato il permesso dalla CIA (infatti l’oppio veniva trasportato su voli della compagnia Air America, una linea area segretamente gestita dalla CIA).
Tuttavia, la distruzione peggiore arrivò dal cielo: dal 1964 al 1973 gli Stati Uniti condussero 585.000 missioni aeree per bombardare il Laos. Gli obiettivi apparentemente erano le truppe comuniste vietnamite e le forze del Pathet Lao. Tuttavia, in pratica, gli obiettivi erano tutte le cose che si muovevano, come indicano le testimonianze oculari e quelle dei profughi.
Quando Lyndon Johnson annunciò la sospensione dei bombardamenti sul Vietnam del Nord nel 1968, quelli sul Laos aumentarono. Quando gli fecero delle domande sui bombardamenti, durante la sua testimonianza resa al Senato, il Vice Capo della missione, Monteagle Sterns, disse: “Avevamo tutti quegli aerei che stavano lì a perdere tempo e non potevamo certo lasciarli lì a far niente.”
Alcuni dei bombardamenti sono stati compiuti per rendere la vita più comoda ai piloti dei bombardieri americani: se non riuscivano a trovare i loro obiettivi in Vietnam, i piloti avrebbero depositato le bombe in un sito scelto a caso nella campagna laotiana, perché gli aerei non potevano atterrare con le munizioni ancora a bordo.
Il costo umano della campagna statunitense di bombardamenti è stato immenso. Fred Branfman, un volontario impegnato a livello internazionale che vive in Laos, aveva incontrato i profughi che fuggivano dalla regione della Piana delle Giare, un sito archeologico di antiche giare di pietra e anche località colpita da pesanti bombardamenti americani. Dato che conosceva la lingua laotiana, Branfman parlava con i profughi e ha raccolto saggi e disegni che raccontavano come era vivere sotto i bombardamenti. Ha pubblicato le sue ricerche in un importante libro: Voices from the Plain of Jars: Life under an Air War [Voci dalla Piana delle giare: la vita durante una guerra aerea].
I profughi parlarono di una implacabile campagna di distruzione: interi villaggi ridotti in cenere, templi e scuole distrutte, bestiame ucciso, persine sepolte vive in buchi che scavavano per evitare le bombe, persone bruciate vive dal napalm e dal fosforo bianco, altre costrette a vivere sottoterra in caverne per anni.
Una donna di 33 anni descrisse la sua esperienza:
Ho visto mio cugino morire nel campo della morte. Il mio cuore era molto turbato e urlavo con la voce forte mentre correvo verso le case. Ho quindi visto la vita e la morte delle persone a causa della guerra con molti aeroplani nella regione di Xieng Khouang. Fino a quando non c’è stata più nessuna casa. E le mucche e i bufali erano morti. Fino a quando ogni cosa è stata rasa al suolo e si poteva vedere soltanto la terra rossa, rossa. Penso a quel tempo e ho ancora paura.
Un coltivatore di riso di 39 anni:
Gli aeroplani bombardavano ogni giorno. Dopo aver bombardato il mio villaggio, bombardarono le strade e i sentieri, e hanno anche distrutto completamente i nostri campi di riso. Dopo questo, abbiamo dovuto scavare dei buchi anche più lontano perché avevamo tanta paura. Nei giorni che sapevamo sarebbero arrivati gli aerei, avevamo così paura che non volevamo mangiare. Provavo pena per i miei figli perché quando arrivavano gli aerei a bombardare i miei campi di riso, avevano paura e dopo piangevano e urlavano. Avevo molta paura e non riuscivo neanche a chiudere gli occhi per dormire. E tutte le mie mucche e i bufali erano stati uccisi.
E’ impossibile sapere quante persone hanno ucciso i bombardamenti degli Stati Uniti. Come ha spiegato lo storico Alfred McCoy in un documentario del 2008 sulla Guerra Segreta: “Abbiamo spinto diecine di migliaia di persone a diventare profughi. Abbiamo causato…non sappiamo quanti morti. Non si possono calcolare. Abbiamo ridotto in cenere…abbiamo trasformato in minuscole particelle i resti umani con questa guerra aerea.”
Gli Stati Uniti hanno terminato la campagna di bombardamenti nel 1973, dopo aver firmato gli Accordi di Pace di Parigi. Due anni dopo, il Pathet Lao ha ottenuto la vittoria sui suoi nemici realisti e hanno preso il controllo del paese. Tuttavia, per i laotiani gli effetti della devastante campagna aerea sarebbero rimasti per decenni.
Un eredità mortale
Un terzo delle bombe non è esploso all’impatto, e sono quini diventate UXO. Alcuni degli ordigni più dannosi erano bombe a grappolo https://it.wikipedia.org/wiki/Bomba_a_grappoloche venivamo lanciate dentro involucri e destinate ad aprirsi a mezz’aria e a spargere le “submunizioni” su una vasta area. Circa 80 milioni di bombe a grappolo non sono esplose; meno dell’1% di tutti gli UXO è stato rimosso.
Solitamente le vittime degli UXO comprendevano contadini, raccoglitori di rottami metallo, e bambini. I contadini sanno che gli ordigni esplosivi forse sono nascosti sotto la superficie dei loro campi, ma devono comunque ararli oppure perdere i loro mezzi di sostentamento. Coloro che raccolgono rottami di metallo cercano vecchie bombe allo scopo di vendere a pochi soldi il metallo che contengono, spesso credendo erroneamente che siano oramai innocue. Molte vittime delle bombe a grappolo sono bambini, perché le piccole dimensioni e la forma rotonda degli esplosivi li fanno sembrare giocattoli.
Oltre a uccidere e a ferire le persone, gli UXO impediscono anche lo sviluppo e perpetuano la povertà. Progetti di costruzioni vengono rimandati o abbandonati a causa del costo della rimozione degli UXO. I bambini abbandonano la scuola per prendersi cura dei genitori disabili. Il sistema sanitario è gravato in maniera spropositata.
Ci sono numerose ONG in Laos che rimuovono gli UXO e che aiutano le vittime, ma non sono sufficienti. Pe r dirla in parole povere, ci sono troppe bombe. Secondo l’esperto di UXO, Mike Boddington, fare un’opera di bonifica di tutti gli UXO in Laos costerebbe circa 16 miliardi di dollari.
Gli Stati Uniti stanno facendo qualcosa per contribuire a rimuovere le bombe che hanno fatto cadere e per assistere le vittime delle atrocità che hanno commesso? A malapena. Finora gli Stati Uniti hanno assegnato 85 miliardi di dollari per contribuire a eliminare gli UXO – per nulla vicino all’ammontare necessario e cifra patetica paragonata ai 18 miliardi (al netto dell’inflazione) che gli Stati Uniti hanno speso quotidianamente per bombardare il Laos. Non c’è alcun motivo per cui gli Stati Uniti non possano permettersi di rimuovere gli UXO: i 16 miliardi di dollari necessari sono meno del 3% dell’ammontare che gli USA hanno speso per le forze armate nel 2014.
E’ chiaro che gli Stati Uniti non hanno alcun interesse a porre fine alla loro aggressione, ma hanno per lo meno evitato di far cadere le stesse mortali bombe a grappolo su altri paesi che hanno inflitto tanta infelicità al Laos? No. Al contrario di altri 116 paesi, gli Stati Uniti si rifiutano di firmare la Convenzione sulle Munizioni a grappolo – che vieterebbe “l’uso, la produzione, il trasferimento e l’accumulo di munizioni a grappolo.” Hanno anche fatto pressione sui loro alleati per far loro rifiutare la proibizione e perché non prendano parte ai negoziati per il trattato.
Fin dall’11 settembre, gli Stati Uniti hanno usato le bombe a grappolo in Afghanistan, Iraq, e Yemen. Gli Stati Uniti hanno anche esportato bombe a grappolo un numerosi paesi, compreso Israele (li ha usati nel suo attacco al Libano nel 2006) e l’Arabia Saudita (le ha usate per attaccare lo Yemen nel 2015).
L’estrema brutalità dei bombardamenti del Laos, la riluttanza degli Stati Uniti ad aiutare le vittime, e il loro continuo uso ed esportazione di bombe cluster, richiedono l’obbligo di risponderne. Per amore di Nengyong e di così tante altre persone, queste azioni barbare e vergognose non dovrebbero essere più ignorate.
Fonte: http://zcomm.org/znetarticle/laos-after-the-bombOriginale: Jacobin Magazine
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0