Oggi Clemens Faust, direttore dello Zew Institute, Istituto tedesco che misura l’indice di aspettativa per l’investimento, ha dichiarato che c’è stato un notevole picco verso il basso nelle aspettative di chi investe, accompagnato da una visione nera del futuro da parte sia degli investitori che dei consumatori.
Nella nota, il funzionario economico ha aggiunto che, “la colpa” principale di questo “crollo di aspettativa” e di “fiducia nel futuro” è “dovuto alla Grecia”…
In effetti, come dargli torto?
Anche un bambino capirebbe che è tutta colpa della Grecia se ci troviamo in questa brutta situazione.
In fondo un governo democraticamente eletto, che protegge il proprio popolo che cosa ci sta a fare? Prima che sia troppo tardi bisogna mandarlo via e fare nuove elezioni, come ventilato qualche giorno fa da Huw Pill capo europeo della banca Goldman Sachs.
In fondo è colpa della Grecia se vent’anni orsono fu scelto di fare soltanto un’Europa monetaria senza mai dare spazio a quella dei popoli.
Ed è certamente colpa della Grecia se poche persone senza scrupoli, celate dietro questa Europa, hanno stabilito a loro insindacabile giudizio, regole e criteri economici studiati apposta per appropriarsi di risorse, ricchezze e beni comuni di centinaia di milioni di cittadini e trarne esclusivo vantaggio personale.
Colpa della Grecia, se le politiche di questa Europa sono sempre andate a vantaggio di banche e lobby di potere e mai a vantaggio dei popoli, che sempre più spesso vengono depredati e usati come bancomat da cui prelevare soldi per far tornare i conti.
Colpa della Grecia infida e traditrice, che in questi anni, a causa del suo schiacciante predominio politico ed economico ha imposto le odierne regole di austerità, tali da ammazzare l’economia e la fiducia nel futuro di tutta Europa.
Colpa della potentissima e bellicosa Grecia che per interessi personali, ha imposto a tutta l’Europa di attuare sanzioni e dichiarare guerra economica alla Russia, creando centinaia di miliardi di Euro di perdite.
E come non vedere la longa mano dei servizi segreti ellenici dietro alle decine di colpi di stato avvenuti nei paesi nordafricani e mediorientali? Chi, se non la Grecia ha destabilizzato tutta l’area innescando focolai di guerra in tutto il mediterraneo, accentuando così la condizione di disperazione d’intere popolazioni, costrette poi alla fuga in Occidente?
Grecia, che ha poi abilmente mascherato le sue irresponsabili azioni, gettando il sasso e nascondendo la mano, per screditare i poveri governi anglosassoni d’oltre manica e d’oltreoceano, addossandogli le colpe di queste guerre.
E’ la Grecia, che ha imposto con la forza a tutta l’Europa, dieci anni di politiche sociali di austerità, basate su tagli alla ricerca, alla scuola, alla sanità, alle pensioni, ai redditi dei lavoratori, ai diritti civili e ai beni comuni.
E anche adesso, è sempre la Grecia che sta criminalmente insistendo per applicare rigore e austerità a tutti i costi.
Amara ironia a parte, la scomoda verità è che l’Europa dell’euro e delle banche sta fallendo, il fuggi fuggi generale è già iniziato e come solitamente accade bisogna trovare al più presto un colpevole, in molti casi la storia insegna che “il colpevole” storico designato è sempre il più debole, ovviamente in questo caso la Grecia.
Il tempo e gli storici restituiranno un po’ di dignità alla vicenda, ricordando che il fallimento dell’impero Euroamericano d’Occidente fu causato dall’ingordigia delle Banche e da un gruppetto di avide famiglie che in pochi anni si erano spartite risorse e diritti di milioni di persone, conquistati faticosamente nei precedenti 200 anni di storia…
Un noto storico, rivolgendosi ai pochi addetti ai lavori, scriverà un saggio dedicato a spiegare l’enorme truffa operata a danno dei popoli, descrivendone le tecniche di distrazione di massa che all’epoca ipnotizzarono e immobilizzarono milioni di persone.
Un eccellente programma di divulgazione storico-scientifico del sabato sera, farà vedere come attraverso i mass media, allora detenuti nelle mani di pochi, si radicarono negli usi e nei costumi popolari, egoismi e individualismi senza precedenti, presi a modello dalla classe dirigente, spiegando come la diffusione di questi concetti nichilisti in pochi anni soppiantarono i precedenti valori di unione, solidarietà e coesione sociale.
Un nota di approfondimento, ricorderà che alla fine della sanguinosissima seconda guerra mondiale un patto sociale fu stabilito, descrivendo poi, come 40 anni prima del “crollo”, questo patto fu intenzionalmente tradito da un’ ingorda “classe dominante”. Illustrando infine come una piccola élite s’impossessò per fini personali di quelle stesse istituzioni economiche e politiche che avrebbero dovuto garantire equità e ridistribuzione delle ricchezze prodotte per tutti e invece assicurarono anni d’ingiustizie e vessazioni.
Più genericamente come per il crollo dell’impero Romano, si stabilirà una data, presumibilmente 2016 d.C. scrivendo che a causa d’un imprecisato stato di decadimento e corruzione, sull’orlo del collasso economico, attanagliato da continue guerre e sottoposto alle continue invasioni barbarico-migranti, alfine, l’impero Euroamericano d’Occidente, crollò.
Qualcuno farà un’interessante parallelismo sui corsi e i ricorsi della storia e su come essa si ripresenti ironicamente a parti invertite, citando un evento che avvenne nel 375 D.c. Evento che riguardò i Germani dell’est (in particolare i Goti stanziati nelle terre che oggi sono la Romania e l’Ucraina), incalzati a oriente dagli Unni, una popolazione di nomadi mongolici che aveva un secolo prima attaccato anche l’impero cinese. I Goti, come è noto, chiesero asilo al di qua del Danubio. Dopo lunghe e penose trattative questi profughi affamati e terrorizzati vennero accolti all’interno dell’impero, ma subito furono vessati da funzionari senza scrupoli e da speculatori. Seguirono rivolte e repressioni fino a quando i Goti si unirono in una grande sollevazione. Vennero affrontati dall’imperatore Valente i cui generali, però, per imperizia e arroganza vennero sconfitti ad Adrianopoli, l’odierna Edirne nella Turchia europea. L’armata romana, che comprendeva migliaia di validi veterani, finì nelle paludi e venne sterminata dai barbari. Da quel disastro l’esercito imperiale non si sarebbe più ripreso.
Ai posteri l’ardua sentenza, ma amara ironia a parte, a noi contemporanei, figli di questi tempi, spetta il diritto e la capacità d’immaginare almeno di poter scrivere un finale diverso, che non preveda necessariamente crolli, disastri e avvenimenti tragici. A volte la storia è beffarda, cambiano gli eventi per un particolare, per un gruppo di persone o anche per un singolo individuo che ostinatamente intravede una via nuova e un’alternativa. Chissà cosa sarebbe successo nel 375 d.C. se invece che vessati, in mano a speculatori e funzionari senza scrupoli, i Goti, profughi Germanici dell’Est, all’epoca fossero stati semplicemente “accolti”, integrati e valorizzati. Adesso, è un po’ tardi per scoprire cosa sarebbe successo ai romani e come sarebbe cambiata la storia, ma guarda il caso, siamo proprio in un periodo storico simile a quello. La storia stessa insegna che spesso sono cooperazione, dialogo, collaborazione e solidarietà fra popoli che fanno la differenza. A noi popoli, la scelta e la possibilità di sperimentare un finale diverso da quello già scritto.