Nonostante la legge del 2003 ne preveda l’uscita dal nucleare, il Belgio non sembra pronto a lasciare l’era dell’atomo: il Parlamento belga ha votato, giovedì 18 giugno, l’estensione del ciclo di vita di due reattori della centrale nucleare di Doel vicino Anversa (Doel1 e 2), che pure dovevano essere definitivamente fermati quest’anno. Con la legge approvata la settimana scorsa, potranno continuare a funzionare fino al 2025 e raggiungere così i 50 anni. Engie, che ha acquisito l’operatore pubblico belga Electrabel, gestisce i sette reattori nucleari del paese. Un parco sempre più vecchio soggetto a incidenti a ripetizione.
Già lo scorso anno, il governo precedente aveva deciso di prolungare di 10 anni il ciclo di vita del reattore di Tihange 1 (sul fiume Mosa, nei pressi di Liegi). Anche questo era entrato in servizio nel 1975. L’accordo di proroga tra il gestore delle centrali e il governo belga è sempre stato finora tenuto segreto. Secondo alcune fughe di notizie, potrebbe contenere, in particolare, una clausola di indennizzo a favore del gestore in caso di arresto anticipato del reattore prima del 2025.
Eppure, il Belgio aveva deciso un calendario di uscita dall’energia atomica sin dal 2003. Ma tale calendario è sempre stato rimesso in discussione, sotto la pressione degli industriali e soprattutto del maggiore interessato: Engie, ex GDF-Suez. Il gruppo, in seguito all’acquisizione della compagnia elettrica nazionale belga Electrabel, gestisce i sette reattori nucleari del paese, con una capacità totale di 6000 MW.
Perdite nei contenitori dei reattori
L’invecchiamento del parco nucleare belga ha dato numerosi e preoccupanti segni di fragilità in questi ultimi anni. Ad agosto 2014, un presunto sabotaggio ha portato a fermare il reattore Doel 4 per tre mesi. A novembre 2014, Tihange 4 è stato costretto a chiudere brevemente a causa di un incendio. E, soprattutto, due dei reattori di Engie, Doel 3 e Tihange 2, sono fermi da marzo 2014 in seguito alla scoperta di crepe nei contenitori dei reattori. Erano già stati fermati una prima volta nel 2012. Nonostante seri dubbi sulla sicurezza degli impiant, dunque, il Parlamento belga ha appena votato il prolungamento del ciclo di vita dei reattori Doel 1 e 2.
Il governo belga difende questo prolungamento come necessario per evitare una carenza di energia nel prossimo inverno. Per l’opposizione, tuttavia, un’alternativa esiste, anche in tempi molto brevi: sarebbe possibile garantire la sicurezza dell’approvvigionamento del paese puntando su una maggiore interconnessione delle reti elettriche con i Paesi Bassi. E, a lungo termine, investendo in energie rinnovabili, piuttosto che in centrali nucleari ormai appartenenti ad un’altra epoca.
Rachel Knaebel
Traduzione dal francese di Giuseppina Vecchia per Pressenza