Fino al giorno delle elezioni i sondaggi davano come probabile un ‘hung parliament’, cioé un esito elettorale senza una maggioranza assoluta. Si prevedevano quindi lunghi negoziati prima di poter formare un governo, che fosse laburista o conservatore. Conservatori e laburisti erano dati testa a testa.
Alle 22:15 del 7 maggio, subito dopo la chiusura dei seggi, è stato diffuso un exit poll commissionato dalla BBC. La previsione era di una performance dei conservatori ben oltre quanto indicato dai sondaggi precedenti, ma insufficiente a raggiungere la maggioranza assoluta. I conservatori venivano dati a 316 seggi, i laburisti a 239 e i liberal-democratici a 10, un tracollo catastrofico dai 56 della legislature precedente. In Scozia si preannunciava che il Partito Nazionale Scozzese avrebbe conquistato tutti i seggi tranne uno, praticamente cancellando la presenza laburista.
All’inizio c’era un certo scetticismo sugli exit poll, visto che contraddicevano tutti i sondaggi dei tre mesi precedenti. Dopo qualche ora, con l’annuncio dei dati reali delle prime circoscrizioni che i laburisti contavano di conquistare, si è iniziato a vedere che non solo l’ipotesi di un trionfo dei conservatori era corretta, ma che avrebbe potuto persino superare le previsioni degli exit poll. Ora dopo ora e seggio dopo seggio lo scenario si è fatto più chiaro e i conservatori si sono avvicinati sempre di più alla maggioranza assoluta.
Alla fine Cameron ha raggiunto l’obiettivo che gli era sfuggito 5 anni fa: formare un governo monocolore conservatore senza bisogno del sostegno lib-dem. E’ il primo governo di pura maggioranza conservatrice da oltre vent’anni. Un risultato ottenuto almeno in parte usando lo spauracchio del governo laburista sostenuto dai nazionalisti scozzesi e cavalcando l’onda del conservatorismo inglese.
Questa mattina si sono dimessi in rapida successione tre leader: Miliband, che non solo non è riuscito a prendere seggi ai conservatori, ma lascia il Partito Laburista in una posizione peggiore di 5 anni fa; Nick Clegg, il cui Partito Liberal-democratico esce devastato dalle elezioni con una manciata di seggi e Nigel Farage, che non è riuscito a farsi eleggere, né a prevalere in alcun altro seggio, se non quello che l’Ukip deteneva in precedenza a causa della defezione di un parlamentare conservatore.
Il Partito Nazionale Scozzese registra un successo straordinario con 56 seggi su 59, spazzando via il Partito Laburista scozzese. Un caso emblematico è quello di una studentessa di 20 anni, Mhairi Black, che ha battuto il laburista Douglas Alexander, figura di punta del partito e responsabile della strategia elettorale in tutto il paese.
Questo segna una profonda spaccatura tra una Scozia chiaramente anti-austerity, con una straordinaria maggioranza del PNS e il resto del paese, e principalmente l’Inghilterra, fermamente in mano conservatrice. Vista la debolezza laburista, incapace di riparare alle perdite in Scozia conquistando seggi conservatori o lib- dem nel resto del paese, il progetto di una coalizione progressista anti Tory tra laburisti e SNP non è più fattibile. I laburisti cercheranno di incolpare i nazionalisti scozzesi per aver mantenuto Cameron al governo. Questo è falso, perché anche se tutti e 56 i seggi del PNS fossero andati ai laburisti, ciò non sarebbe comunque bastato a battere la maggioranza conservatrice.
Per il PNS si riapre, se non nell’immediato, almeno nel medio e lungo periodo, la questione dell’indipendenza, che potrebbe diventare ancora più pressante se, come promesso dai conservatori, nel 2017 si terrà un referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. In caso di esito positivo del referendum, un’uscita della Scozia dal Regno Unito per restare in Europa diventerebbe molto probabile.
Per i laburisti si apre una fase molto difficile e contraddittoria. Miliband si è dimesso questa mattina. L’ala blairiana del partito lo accusa di aver condotto una campagna elettorale troppo di sinistra ed è quindi probabile che il prossimo leader laburista cercherà di riposizionare il partito verso il centro. Allo stesso tempo, questo renderebbe del tutto impossibile qualsiasi prospettiva di riconquistare seggi in Scozia, dove i laburisti sono stati superati a sinistra dal PNS.
Nel frattempo si annuncia un nuovo governo conservatore, che non sarà neanche imbrigliato dai lib-dem. Cameron ha già incontrato la regina e a breve annuncerà il nuovo governo. Nel suo primo discorso pubblico dopo la vittoria elettorale ha annunciato che renderà la Gran Bretagna “ancora più grande”.
Davide Schmid