La conferenza quinquennale di revisione del Trattato di Non Proliferazione Nucleare è iniziata la settimana scorsa a New York, presso la sede delle Nazioni Unite. In precedenza le organizzazioni della società civile hanno realizzato centinaia di eventi in tutto il mondo e nella Grande Mela, sotto l’egida della Peace and Planet Mobilisation, per sensibilizzare su ciò che stava per accadere ed esercitare pressione su politici e diplomatici perché facessero qualche progresso in un processo che parlando francamente è in uno stato comatoso.
Il problema è il seguente: cinque stati possiedono armi nucleari e hanno aderito al TNP, quattro possiedono armi nucleari e non hanno aderito al TNP e 185 non hanno armi nucleari e fanno parte del TNP (sebbene alcuni paesi della Nato ospitino armi atomiche americane, violando gli articoli I e II del trattato).
La conferenza di revisione riceve una serie di dichiarazioni preparate dai diplomatici dei paesi aderenti al TNP (i quattro paesi al di fuori del trattato non partecipano) e varie commissioni discutono diversi temi: la commissione n.1 si occupa di disarmo e garanzie di sicurezza, la n.2 di tutele, questioni regionali e zone libere dalle armi nucleari e quella n.3 di energia nucleare, sicurezza e questioni istituzionali.
Venerdì scorso la società civile ha ottenuto uno spazio di tre ore per comunicare le sue preoccupazioni ai delegati. Il contenuto è stato concordato più o meno per consenso tra le ONG che da decenni si battono per il disarmo. Argomentazioni intelligenti, persuasive e di buon senso sono state presentate da sindaci, parlamentari, giovani delegati, avvocati, medici ed esperti di disarmo. Vittime giapponesi della bomba atomica e degli esperimenti nucleari hanno fornito testimonianze strazianti.
Lo stesso spettacolo si ripete ogni cinque anni e negli ultimi 45 i risultati sono stati sempre uguali: non si è fatto alcun progresso verso lo scopo ultimo del trattato, così definito nell’articolo VI: “Ciascuna parte si impegna a concludere in buona fede trattative su misure efficaci per una prossima cessazione della corsa agli armamenti nucleari e per il disarmo nucleare, come pure per un trattato sul disarmo generale e completo sotto stretto ed efficace controllo internazionale.”
L’impasse è dovuta all’intransigenza delle 5 potenze nucleari, che si rifiutano di compiere realistici passi avanti verso il disarmo, tanto che è difficile immaginare come il TNP possa sopravvivere ancora a lungo. Nella loro dichiarazione congiunta elencano ancora una volta le ragioni per cui non faranno progressi in questa direzione. Ecco alcune citazioni con relative traduzioni.
“Sottolineiamo che ulteriori progressi verso il disarmo nucleare richiederebbero la presa in considerazione di tutti i fattori che potrebbero influire sulla sicurezza strategica globale.” Traduzione: Finché nel mondo regnano conflitti e terrorismo, potete dimenticarvi che rinunciamo alle nostre bombe. In questo momento forse l’Iran non è un problema, ma troveremo presto un nuovo nemico. Potremmo anche scatenare una guerra in Ucraina per assicurarci che nessuno di noi sia costretto al disarmo.
“Mentre continuiamo a lavorare per il nostro scopo comune – il disarmo nucleare – affermiamo che il nostro arsenale sarà mantenuto al minimo livello possibile necessario per soddisfare i requisiti della sicurezza nazionale”. Traduzione: Pur essendo consapevoli che lo scoppio sulla superficie del pianeta di anche solo una minima parte delle 17.000 testate nucleari attuali porterà all’estinzione della vita, con la possibile eccezione di qualche forma di vita che si ciba di zolfo sul fondo degli oceani, ne abbiamo bisogno per essere sicuri che nessuno ne esca vivo.
“Ci rendiamo conto delle gravi conseguenze che accompagnerebbero l’uso delle armi nucleari.” Traduzione: Dato che la grande maggioranza dei paesi parla di “conseguenze umanitarie” delle armi nucleari, non possiamo usare il loro linguaggio, nel caso pensino che li stiamo ascoltando e dunque parliamo di “gravi conseguenze”.
“Il nostro impegno per il disarmo nucleare comprende anche gli sforzi perché il Trattato di Bando Complessivo dei Testi Nucleari entri in vigore al più presto.” Traduzione: Nonostante due di noi (la Cina e gli Stati Uniti) non abbiano ratificato il trattato, pensiamo che tutti i paesi che non l’hanno fatto (Egitto, India, Iran, Israele, Corea del nord e Pakistan) dovrebbero aderire al più presto.
“Sottolineiamo i considerevoli sforzi fatti per fermare la corsa agli armamenti, come richiesto dall’Articolo VI del TNP e affermiamo la nostra intenzione di non riprenderla.” Traduzione: Spiacenti, stiamo mentendo, visto che tutti noi spendiamo o progettiamo di spendere somme oscene di denaro per modernizzare i nostri arsenali, fino ad arrivare a trilioni di dollari nei prossimi dieci anni. Sinceramente non riusciamo a pensare a un modo migliore di spendere i nostri soldi.
“Secondo il Piano d’Azione (dell’ultima volta), riaffermiamo il nostro appoggio e immediata disponibilità a negoziare un trattato non discriminatorio, multilaterale, internazionale e universalmente applicabile per mettere al bando la produzione di materiale fissile da usare nelle armi nucleari o altri ordigni esplosivi nucleari (Trattato per l’esclusione dei materiali fissili nell’ambito della Conferenza sul disarmo), nel contesto di un programma di lavoro globale ed equilibrato”. Traduzione: Spiacenti, non riusciamo a dirlo restando seri. Sappiamo che la Conferenza sul disarmo non è riuscita a concordare un programma di lavoro per almeno 15 anni, ma insistiamo che parte del nostro metodo passo a passo consiste nel contare su un forum per il disarmo moribondo.
“Continuiamo a ribadire l’importanza della Risoluzione sul Medio Oriente del 1995 e il progresso compiuto su questo tema nella Conferenza di revisione del 2010 … Aspettiamo con ansia la convocazione di tale conferenza, una volta che gli stati della regione avranno raggiunto un consenso sull’agenda e i relativi accordi.” Traduzione: anche qui è difficile non metterci a ridere, perché per arrivare a tale conferenza dovremo per prima cosa convincere Israele ad ammettere di avere armi nucleari. Loro si limitano a dire che non saranno la prima nazione a “introdurre” armi nella regione e noi stiamo ancora cercando di capire cosa vogliono dire, visto che tutti sappiamo che dispongono di tutte le parti e del materiale nucleare.
“L’uso dell’energia nucleare per fini pacifici contribuisce in modo sostanziale allo sviluppo sostenibile dell’umanità. L’energia nucleare promuove lo sviluppo economico degli stati e rappresenta un importante elemento della miscela energetica mondiale che fornisce sicurezza energetica, raccoglie le sfide del cambiamento climatico e assicura applicazioni vitali in campi come la medicina nucleare, l’agricoltura, la gestione delle risorse idriche e l’industria.” Traduzione: Facciamo UN SACCO di soldi costruendo centrali nucleari e ne abbiamo comunque bisogno per produrre l’uranio e il plutonio necessari alle bombe che noi possiamo avere e voi no. Vi saremmo grati se poteste ignorare il fatto che una volta in ogni generazione una centrale nucleare renderà inabitabile una regione e che i contribuenti dovranno finanziare i costi del disinquinamento. Non preoccupatevi neanche delle radiazioni che durano un quarto di milione di anni, visto che tanto in quell’epoca sarete già morti. Inutile allarmarsi, dunque.
“Attribuiamo grande importanza al raggiungimento dell’universalità del TNP. Sollecitiamo gli stati che non ne fanno ancora parte a entrarvi come stati non nucleari e in attesa dell’accesso a ratificarne i termini. Siamo pronti a lavorare con gli stati membri per coinvolgere quelli che non hanno ancora aderito al trattato per raggiungere questo obiettivo.” Traduzione: prima che noi rinunciamo alle nostre armi India, Pakistan, Corea del nord e Israele dovranno smantellare i loro arsenali. Non faremo però passi concreti per incoraggiare la fine del conflitto nel sub-continente indiano, in Medio Oriente e nella penisola coreana.
Traduzione dall’inglese di Anna Polo