L’iniziativa umanitaria è cominciata proprio in questa sede cinque anni fa, quando la conferenza di revisione del TNP (Trattato di Non Proliferazione Nucleare) ha espresso la sua profonda preoccupazione sulle conseguenze catastrofiche per l’umanità delle armi nucleari. Da quel momento si è verificato un cambiamento fondamentale. Le preoccupazioni sull’impatto delle armi nucleari sugli individui e sull’ambiente sono diventate centrali nelle discussioni sul disarmo.
C’è un nuovo senso di responsabilità e autodeterminazione tra i popoli e tra i governi dei paesi che rifiutano le armi nucleari e si sente un nuovo disagio tra i governi degli stati che le possiedono e i loro alleati. Esiste una nuova e crescente aspettativa sulla possibilità di iniziare a breve termine negoziati per arrivare all’approvazione di uno strumento giuridicamente vincolante che metta al bando le armi nucleari. In un certo senso siamo molto incoraggiati dai progressi fatti dall’ultima volta in cui i governi si sono riuniti, proprio in questo contesto, nel 2010.
Sfortunatamente i paesi che controllano gli armamenti nucleari non hanno assecondato questi progressi e anzi hanno creato problemi a ogni passo, sostenendo che l’iniziativa umanitaria è una distrazione da ciò che considerano il vero lavoro del disarmo nucleare. Hanno inoltre affermato che certe discussioni non si dovrebbero tenere senza di loro, anche se inizialmente avevano scelto di non partecipare alle riunioni. Quest’opposizione è rivelatrice.
Rivela la preoccupazione che le discussioni sulle conseguenze inaccettabili delle armi nucleari porteranno inevitabilmente alla loro proibizione internazionale. Rivela la preoccupazione che l’inarrestabile e costosissima modernizzazione degli arsenali nucleari emerga con chiarezza nelle discussioni internazionali. Rivela la preoccupazione per la comparsa di un’iniziativa che può andare avanti anche senza gli stati dotati di armi nucleari.
Oggi il nostro principale messaggio è questo: possiamo e dobbiamo procedere verso la messa al bando delle armi nucleari, con o senza la partecipazione degli stati che le possiedono. Davanti a noi, come comunità internazionale, si presenta l’opportunità di proibirle. Non dobbiamo lasciarci sfuggire di mano quest’occasione. Non dobbiamo accettare la credenza che tale abolizione sia impossibile. Non è vero. E’ già chiaramente in discussione; è in sintonia con i principi e gli obiettivi sul disarmo del TNP e con uno sviluppo più ampio della legge internazionale. Il momento sta arrivando.
Non dobbiamo accettare l’idea che l’abolizione non possa fare la differenza. L’opposizione degli stati nucleari è la conferma che si tratta un procedimento legale significativo, che sfida il loro possesso di armi nucleari. Non dobbiamo accettare l’idea che una proibizione possa polarizzare o dividere. Adottare una nuova legislazione internazionale che proibisca le armi nucleari è una responsabilità.
Non tutti gli stati si uniranno in maniera simultanea. Questo non è un elemento di divisione, ma corrisponde alla natura degli accordi internazionali. Coloro che si oppongono ai negoziati per l’abolizione delle armi nucleari rischiano di appoggiare gli stati che le possiedono nel loro sforzo di controllare il dibattito su questo tema. Il mondo è pronto per iniziare questi negoziati. L’attenzione posta sull’impatto umanitario delle armi nucleari è il punto di partenza giusto. Questo porta direttamente alla conclusione che la loro proibizione è il passo successivo.
La promessa fatta da tanti governi di colmare il vuoto legale riguardo all’abolizione e all’eliminazione delle armi nucleari ha dimostrato in maniera chiara la volontà d’iniziare un lavoro su un nuovo strumento giuridico vincolante. L’attenzione concentrata sulle misure effettive è un’espressione di tale lavoro. I negoziati dovrebbero iniziare quest’anno, in cui si commemora il 70° anniversario del bombardamento atomico su Hiroshima e Nagasaki. Il trattato di messa al bando e la sua attivazione non risolveranno immediatamente tutti i problemi riguardanti le armi nucleari. Questi sforzi non puntano a sostituire il lavoro per ridurre l’arsenale nucleare e mantenere il dialogo sul disarmo tra gli stati nucleari. Tutti questi sforzi vanno intensificati. Non si escludono a vicenda, bensì si rafforzano.
Il trattato per l’abolizione delle armi nucleari ha una logica inconfutabile. Possiamo già vedere dalle dichiarazioni di questa settimana che molti stati stanno aderendo a tale logica e mostrano una chiara determinazione a metterla in atto. Attraverso i partner della campagna, presenti in 95 paesi, ICAN sarà presente per aiutare le nazioni in ogni fase dei negoziati.
Avanti, cominciamo!
Traduzione dall’inglese di Paola Mola