di Sergio Manzo
Il grande sciopero generale della scuola di martedì 5 maggio sta arrivando. Sarà il giorno in cui i cinque sindacati maggiormente rappresentativi del personale della scuola scenderanno in piazza insieme, per la prima volta dopo 7 anni.
Il motivo è dato dall’opposizione alla riforma predisposta dal governo Renzi, la cosiddetta ‘Buona Scuola‘, in discussione in parlamento è la cui approvazione è prevista entro le prossime due settimane.
Scuola, lo sciopero del 5 maggio: le manifestazioni in programma.
La principale manifestazione organizzata dai sindacati per lo sciopero della scuola del 5 maggio è quella di Roma, dove si prevede la partecipazione di oltre 20 mila manifestanti che, provenienti da tutta Italia, raggiungeranno la capitale con autobus e treni. Il corteo partirà alle 9.30 da Piazza della Repubblica, per raggiungere Piazza del Popolo, dove sono previsti gli interventi dei principali esponenti del sindacato.
Altre manifestazioni sono in programma ad Aosta, Bari, Catania, Cagliari, Milano e Palermo.
I sindacati si attendono una grande partecipazione, non solo allo sciopero, ma anche alle manifestazioni, sia per il diffuso malcontento tra il personale della scuola in riferimento ai temi toccati dalla riforma, ma anche per la solidarietà incassata dalla Rete degli studenti.
I motivi dello sciopero della scuola del 5 maggio.
Lo sciopero della scuola del 5 maggio, è la risposta dei sindacati alle norme contenute nel disegno di legge ‘la Buona Scuola‘ che, a detta dei sindacati contiene alcuni articoli di dubbia costituzionalità, mentre altri vengono presentati e pubblicizzati con una forma che è ben diversa dalla sostanza. Riassumiamo i principali punti controversi:
- Il preside-sceriffo. Viene contestato il potere assegnato ai dirigenti scolastici di assumere i docenti direttamente, attingendo da un apposito albo. Secondo i sindacati, la norma è anticostituzionale, in considerazione del fatto che l’art. 97 della Costituzione sancisce che nella Pubblica Amministrazione si accede per concorso.
- Taglio di risorse per la scuola pubblica e finanziamento alla scuola privata. Gli annunciati finanziamenti alla scuola pubblica in materia di sicurezza degli edifici e l’introduzione di nuove tecnologie rimangono sulla carta, non essendoci traccia di questi nel ddl. Previsto, invece, lo sgravio fiscale per coloro che decideranno di iscrivere i propri figli alle scuole paritarie.
- La bugia delle 100 mila assunzioni. Le 100 mila assunzioni, più volte annunciate dal primo ministro Renzi, sarebbero in realtà, secondo i calcoli dei sindacati, al massimo 40 mila, che non sarebbero neanche assunti subito, ma sarebbero inseriti negli Albi in attesa di una chiamata dai presidi.
Contro queste ed altre norme previste dal ddl ‘la Buona Scuola‘, il mondo della scuola scenderà in piazza il prossimo martedì 5 maggio.