Di Francesco Vignarca – 22 maggio 2015
Come ciclicamente accade, ormai da alcuni anni e da quando cioè le realtà del mondo disarmista hanno con fatica portato il tema sotto la lente d’ingrandimento, la questione dei cacciabombardieri F-35 torna ancora in queste ore nel pieno del dibattito politico. E non solo. Questa volta a fare notizia non sono le problematiche tecniche rimbalzanti da notizie d’oltreoceano, con le analisi ufficiali delle autorità Statunitensi che sottolineano ancora le problematiche del progetto, ma le decisioni prese a riguardo da parte del Governo italiano. Decisioni da tempo attese e che si sarebbero dovute sostanziare già nel “Libro Bianco sulla Difesa e la sicurezza internazionale” promesso mesi fa dalla Ministra Roberta Pinotti ed appena pubblicato, dopo diversi mesi di stesura.
Una pubblicazione immediatamente fonte di polemiche anche sul versante delle spese per armamenti, con alcuni gruppi politici andati subito all’attacco del Ministro nel sottolineare che il documento non aveva dipanato per nulla la nebbia che da tempo avvolge la scelta italiana sui caccia F-35. La senatrice Pinotti si è subito affrettata dire, diversamente da quanto affermato in passato, che il “Libro Bianco” era da intendersi solo come un documento di impostazione generale, senza lo scopo di entrare nel merito delle decisioni pratiche sui singoli progetti. E che il cammino non sia cambiato, almeno sugli F-35, ce lo rivelano le prime indiscrezioni relative alle decisioni di bilancio del 2015, che anzi confermano come il programma dei caccia di attacco gestito dalla statunitense Lockheed Martin goda di un status privilegiato che lo mette al riparo da qualsiasi taglio o analisi realistica di costo/beneficio.
Ma il problema è ancora più ampio, perché non riguarda solamente la quantità di denaro che il Governo deciderà di mettere a vantaggio del programma per il 2015 e per gli anni successivo. Il punto vero riguarda la trasparenza! Davvero viene da dire: “chi ha paura della verità sugli F-35?”.Perché in tutti questi mesi, al di là del giochetto sui testi in politichese delle mozioni che avrebbero dovuto tagliare le spese per il caccia, la Campagna “Taglia le ali alle armi” ha continuamente posto questioni di natura molto concreta (oltre che tecnica) in maniera chiara e precisa. E solo con le risposte a tali domande si sarebbe potuto davvero capire la direzione scelta sulla questione F-35 da parte del Governo. Senza più possibilità di giri di parole fumosi. Perché, alla fine dei conti, nessuna procedura parlamentare di controllo prevista per legge può essere illuminante come un contratto o un documento tecnico legato ad un programma di sistema d’arma…
Il Governo presieduto da Matteo Renzi ha invece preferito un gioco di rimandi, in particolare sfruttando artatamente i tempi di stesura del già citato “Libro Bianco”, e di implicita resistenza silenziosa a tutti i tentativi messi in pista per chiarire una volta per tutte le decisioni prese. In concreto, non solo sulla carta di una mozione parlamentari. Quasi che tali decisioni fossero in realtà non modificabili e quasi che alcuni provino una vergogna di qualche natura, o forse uno svantaggio politico-elettorale, nel dire di più.
Tanto è vero che, come denunciato esplicitamente dagli esponenti della Campagna NOF35, le tabelle di dettaglio sul Programma Joint Strike Fighter da sempre presenti nel Bilancio della Difesa sono quest’anno sparite quasi integralmente.
E allora forse è importante, in queste ore in cui la questione – forse – sta ritornando al centro delle cronache, riproporre le domande poste da mesi al Ministero della Difesa. Domande che non hanno mai ricevuto riscontro e la cui portata (e sensatezza, se si vuole davvero capire qualcosa sul programma) è giusto che sia chiara a tutti. Così come è giusto che tutti si domandino i motivi reali per cui il Ministero della Difesa e il Ministro Roberta Pinotti non abbiano mai voluto rispondere…
Eccole alla vostra attenzione.
- Da oltre un anno chiediamo al Governo dettagli su alcuni costi e sui contratti, così come abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio Renzi e al Ministro della Difesa Pinotti un incontro con la Campagna “Taglia le ali alle armi”. In particolare abbiamo alcune domande che da tempo poniamo all’Esecutivo unite a quelle derivanti dall’opacità dell’ultima Legge di Bilancio (compresa l’assenza di Tabelle specifiche sugli F-35 scomparse nei documenti di quest’anno):
- Chiediamo di poter accedere (anche senza dettagli sensibili di natura tecnica) alle informazioni e documentazioni relative a tutti i contratti dei Lotti già acquisiti (sicuramente il VI e VII, per alcune parti i numeri VIII e IX) e la loro pianificazione temporale; l’interesse è sia per la parte economica che in merito ai finanziamenti eventualmente stipulati e ai pagamenti da effettuare e/o già effettuati
- Chiediamo di ricevere dal Governo una valutazione esatta del costo sostenuto fino a oggi in merito al programma F-35, anche valutando eventuali voci di bilancio provenienti da altri ministeri oltre la Difesa
- Chiediamo di ricevere il dettaglio, riferito a questo e a ciascun fondo per i maggiori sistemi d’arma inseriti nel capitolo 7120 del Bilancio della Difesa (Missione 1.6 – programmi da 1 a 4); attualmente qualsiasi valutazione di dettaglio è impossibile poiché si tratta di un fondo complessivo di oltre 2 miliardi di euro. E necessario invece “esplodere” i dati aggregati contenuti nell’Allegato Tecnico per Capitoli della Tabella 11 di Stato di previsione del Ministero della difesa per l’anno finanziario 2015 e per il triennio 2015-2017 proposta dal Governo e votata dal Parlamento a fine 2014
- Chiediamo di sapere per quale motivo siano scomparse nella documentazione 2014 alcune tabelle di dettaglio sul programma Joint Strike Fighter (presenti per anni nei documenti di accompagnamento al Bilancio della Difesa); tali tabelle fornivano il dato di avanzamento della spesa e il totale complessivo previsto
- Nel corso di una visita parlamentare di fine 2014 alla FACO di Cameri il comandante della Base ha accennato alla possibilità un affitto/canone di locazione verso Alenia una volta che la FACO verrà consegnata all’industria appena terminati i lavori di cantiere. Non avevamo mai avuto sentore di questa ipotesi sarebbe importante ricevere informazioni su di essa, sia nella decorrenza che per gli importi previsti.