Cari rappresentanti politici,
vi sembrerà un po’ patetico, se non ridicolo, che una singola persona si rivolga a voi, semplicemente perché ha digiunato a sola acqua per 10 giorni (13 – 22 maggio). La mia non è una posizione politica elettorale, ma ho rispetto e ritengo importante la vostra funzione e responsabilità politica per il bene di tutta la popolazione, nonostante le varie deviazioni e delusioni da parte di vari politici.
Per questo mi rivolgo a ciascuno di voi con confidenza e fiducia da una posizione di estrema debolezza per una preghiera pressante: riguarda le condizioni oggettive del pianeta Terra.
Il Veneto concorre in negativo alla situazione globale, con scelte che pesano sugli oceani, sull’atmosfera e sul terreno dove abitiamo. Per uscire dalla crisi tutti, o quasi, parlano di crescita, ma non dicono crescita di che cosa, di chi e per chi. Continuiamo a operare e progettare principalmente per realizzare la sicurezza economica, senza preoccuparci di una realtà drammatica: il pianeta Terra è in metastasi.
Cito da David Molineaux “Ci troviamo nel mezzo di una convulsione senza precedenti, una scossa di proporzioni geologiche. L’umanità non ha mai affrontato una situazione anche lontanamente comparabile… Di fronte a questa sfida suprema, è impossibile esagerare la grandezza dei cambiamenti che saranno necessari. La situazione non potrà mai tornare indietro attraverso le misure di leggero miglioramento … Sarà necessario un riorientamento del «che fare» dell’essere umano in ordine ad aspetti fondamentali…bisogna nientemeno che «reinventarci come specie». Dobbiamo riconoscere che la biosfera vivente è primaria. E che tutto ciò che è umano, nonostante tutta la sua nobiltà e trascendenza è un derivato”.
Prima viene la Terra con le sue leggi fisiche e chimiche, i suoi tempi, la sua natura e solo dopo le nostre leggi e i nostri progetti. Finora l’abbiamo considerata una nostra proprietà e un mezzo di cui disporre come vogliamo, con le conseguenze che ci ritroviamo. Da mezzo deve diventare un fine anche delle nostre attività di produzione e di trasformazione. Nel decidere ogni attività e progetto dobbiamo prima verificare che ne viene alla Terra e dopo il vantaggio che ne possiamo trarre.
Non è possibile, tra corruzione e illegalità sistematiche, continuare a fare leggi per interessi di lobby, e realizzare opere che continuano a distruggere in forma irreversibile il terreno coltivabile, in una parola mettere in sicurezza i soldi, invece che le persone e il pianeta. Non è possibile pensare di portare a termine opere nate e realizzate non per il bene comune, ma semplicemente perché sono state iniziate tempo addietro.
Per acqua, aria e terra dobbiamo operare prima di tutto per riparare le devastazioni già compiute o in atto, come l’inquinamento delle acque, l’avvelenamento dell’aria e della terra. Anche l’agricoltura dovrà fare una conversione veloce in funzione del raggiungimento dell’autosufficienza alimentare, senza ricorso a pesticidi dannosi alla salute e alla terra; un’agricoltura non distruttiva del territorio e a servizio del profitto di imprenditori. Dobbiamo avere il coraggio di una rivoluzione sia per il rispetto della biodiversità che per il rispetto della morfologia del territorio e del paesaggio. La pianura Padana è una delle zone più inquinate e inquinanti d’Europa.
Vi prego di informarvi seriamente sull’effetto serra, il riscaldamento globale, l’aumento della produzione di anidride carbonica, i cambiamenti climatici, l’acidificazione e l’inquinamento degli oceani e del Mediterraneo con gli arcipelaghi di plastica, lo scioglimento dei ghiacci al Polo Artico e Antartico, i PM 10 e le polveri ultrafini, le discariche nello spazio e l’esaurimento delle risorse fossili.
Venendo al Veneto: abbiamo assistito a un incredibile consumo di suolo sottratto all’agricoltura. Il paesaggio veneto negli anni passati è stato deturpato e stravolto da cave, capannoni, discariche, strade, autostrade e centri commerciali: il tutto senza programmazione. Non è più possibile sottrarre un solo metro quadro alla superficie coltivabile, neanche per opere utili e importanti; questo oggi è un obbligo categorico, non una scelta opportuna.
Tutte le grandi opere si sono rivelate costosissime e portatrici di corruzione sistemica e pervasiva. Esse vanno rimpiazzate con la programmazione della bonifica, manutenzione e messa in sicurezza del territorio.
Il patrimonio delle abitazioni, delle opere pubbliche e delle infrastrutture esistenti, riparate e restaurate, è sufficiente a soddisfare le nostre esigenze.
Sono molti altri i problemi e le scelte da attuare per la sostenibilità ambientale, ma desideravo semplicemente motivare il mio pressante appello per l’immediato “riorientamento” anche della politica, rispetto alla realtà disastrata del pianeta terra.
Ogni non-scelta o scelta ritardata ormai mette materialmente a repentaglio la vita e il futuro di tutti. So che sarà una fatica pesante per voi, perché siamo di fronte a un cambio culturale decisivo. Tutti, non solo voi, dobbiamo passare dalla sicurezza fondata sul benessere e i soldi, alla sicurezza fondata sulle relazioni, sulla sostenibilità e sulla condivisione, e non a parole.
La crisi in atto sta cambiando la storia di tutti; non ci permette più lo standard di vita cui siamo stati abituati. I conflitti vengono affrontati con guerre di vario tipo, militare, economico e sociale. Ormai i più poveri, disgraziati e disperati “sconfinano” ovunque, anche da noi. C’è smarrimento, paura e anche rifiuto di chi è portatore di bisogni estremi. Rischiamo di sentirli come nostri nemici, causa delle nostre disgrazie e pericolosi per il nostro futuro, invece che vittime del nostro sistema ingiusto, dove tra breve l’1% della popolazione possiederà più del 99% della popolazione mondiale.
Possiamo affrontare la crisi incattivendoci contro chi è messo peggio di noi?
Nessuno di noi è professionista di accoglienza ma ciascuno di noi è quello che è, perché qualcuno, ancora prima che nascesse, lo ha accolto, accudito, servito e amato. Siamo capaci di tante cose per i nostri interessi, anche di eliminare in vari modi gli altri, ma se rinunciamo al nostro essere umani perdiamo tutti, noi per primi. La situazione attuale è complessa e drammatica; può sfociare in forme anche inedite di guerra. Non abbiamo altra alternativa che favorire l’incontro e non lo scontro, la convivenza e non l’ostilità e darci fiducia per costruire una storia più umana.
Restiamo umani – Diventiamo terrestri.
Vorrei non fossero soltanto gli obiettivi del digiuno mio e di altri che solidarizzano, ma le due urgenze e necessità che anche voi condividete per il bene di tutti.
Per questo vi auguro coscienza, coraggio e determinazione.
E buon lavoro.
Don Albino Bizzotto
Beati i costruttori di pace
26 maggio 2015