L’uccisione di un importante attivista per i diritti ha nuovamente causato un’ondata di pessimismo fra gli operatori e le organizzazioni progressiste del paese. Sabeen Mahmud, l’attivista e direttrice del “The second floor” ( T2f ) l’organizzazione che regolarmente ha ospitato dibattiti ed eventi artistici, è stata uccisa da uomini armati subito dopo che aveva concluso un incontro sull’ estremismo religioso, abusi e brutalità dello stato nel Baluchistan. Alcuni giorni prima, un incontro sullo stesso tema in cui doveva partecipare l’attivista Mama Qadeer che lotta per i dispersi del Baluchistan, era stato annullato dall’ Università di scienze di Lahore per pressioni dei servizi segreti.
La sua morte ha portato un’ondata di dolore in tutto il paese. Nawaz Sharif ha ufficialmente condannato l’uccisione, ma la maggior parte degli analisti dicono che ci sono poche possibilità che i suoi assassini siano consegnati alla giustizia. L’anno scorso, Raza Rumi, un conduttore liberale televisivo, è scampato ad un attacco contro la sua auto, a Lahore, dove il suo autista è rimasto ucciso. Hamid Mir, un altro conduttore televisivo, è stato ferito allo stomaco poco dopo aver ospitato un programma sul Baluchistan. In entrambi i casi, nessun colpevole è stato assicurato alla giustizia. Gli attivisti che scrivono sui diritti della popolazione del Baluchistan sui social media e condannano l’uccisione delle minoranze, sono spesso fortemente rimproverati e ricevono minacce di morte che non vengono mai indagate.
Confinante con l’Afghanistan e l’Iran e ricco di risorse, il Baluchistan è la più grande delle quattro province del Pakistan ma anche la più povera. Nel 2004, la regione è stata scossa da una rivolta separatista. I gruppi per i diritti umani sostengono che le forze di sicurezza commettono abusi e le accusano di arrestare separatisti non militanti, come docenti e studenti, torturandoli, lasciando i loro corpi lungo le strade o, semplicemente, facendoli scomparire.