Il 30 marzo 2015 il PD, da solo e incurante di qualsiasi forma di dialogo “democratico” ha votato a favore della modifica del Regolamento del servizio di ristorazione scolastica eliminando la possibilità di svolgere il servizio all’interno del Comune di Figline e Incisa Valdarno.
Viene così esternalizzato un servizio che ha espresso qualità, e che ha garantito finora ora la necessaria flessibilità, un servizio ” delicato” perché rivolto a minori.
I gruppi consiliari d’opposizione, IdeaComune e Percorso Comune hanno provato inutilmente ad opporsi a questa ulteriore deriva privatistica, sia in sede di commissione che durante le sedute Consiliari.
“Si tratta purtroppo dell’ennesimo passo verso l’esternalizzazione dei servizi ai cittadini quali la sanità, le infrastrutture, le risorse energetiche e la gestione dell’Acqua, cominciata alla fine degli anni novanta anche da governi di cosiddetto centrosinistra, e portata avanti con decisione dai vari governi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi. Prendiamo atto che anche a livello locale si persiste in questa sbornia pensando che la gestione privata risolverà ogni problema.” Denuncia Simone Lombardi capogruppo di Idea Comune, ritenendo invece che la soluzione sia quella di cercare sinergie con i Comuni limitrofi per aumentare il grado efficienza e contemporaneamente abbattere i costi di gestione, che ricadono sempre sui cittadini.
“Ci sarebbe così modo di difendere il lavoro e le competenze di quanti già operano nel settore, con risultati eccellenti e combattere la privatizzazione che favorisce il lavoro “al ribasso” impedendo una reale tutela dei diritti dei lavoratori, troppo spesso sfruttati con contratti al limite del legale.” Conclude Simone Lombardi
Sulla questione esternalizzazione della mensa analoga posizione è quella tenuta anche dal gruppo consiliare Percorso Comune che si associa nella protesta per voce del capogruppo Piero Caramello.
“Poniamo molti dubbi in essere al Regolamento approvato in Consiglio Comunale e riteniamo che sia figlio di una fretta che non condividiamo nel merito e nella sostanza. Ci siamo appellati non solo al buon senso ma soprattutto al convincimento che la ristorazione scolastica altro non è che uno dei tanti momenti educativi nei confronti degli studenti di ogni età. Nel regolamento non sono presenti indicazioni al ‘km zero’ o rispetto alla coltivazione biologica. Non si parla di “educazione alimentare”. Non si accenna alla possibilità di avere menù multietnici o che rispettino le credenze religiose, si accenna brevemente alle questioni di allergia o di intolleranza alimentare. Siamo convinti dell’eccellente servizio sino ad oggi svolto e restiamo convinti che i bambini possano acquisire la giusta educazione civica anche attraverso la convivialità del consumare il pasto. Sarebbe opportuno per le questioni delicate come la Mensa scolastica si smettesse di puntare tutto sul convincimento della forza della maggioranza e si cominciasse a confrontarsi con maggiore chiarezza sia all’interno delle commissioni sia in Consiglio comunale. Non vi è dubbio che il metodo dell’esternalizzazione sia una moda che non produce benessere, né per gli addetti né per gli utenti.”
Al contrario, come dimostrano altre esperienze è certo che l’esternalizzazione non rappresenti nessuna forma di taglio dei costi, risultando invece evidente che le uniche due cose che verranno tagliate si chiamano diritto e qualità del servizio.