Nelle ultime 72 ore a Mogadiscio, miliziani di al Shabaab hanno ucciso tre funzionari del consiglio comunale, tra cui un ex parlamentare, e una guardia carceraria. Le uccisioni si inseriscono in un contesto di rinnovata violenza nel paese del Corno d’Africa, dove la scorsa settimana il movimento affiliato ad Al Qaida ha intensificato i suoi attacchi: lunedì scorso sei persone sono state uccise in un attacco contro un veicolo che trasportava personale delle Nazioni Unite nella regione semi-autonoma del Puntland mentre il giorno dopo un attentatore suicida aveva causato 10 morti in un ristorante della capitale.
Uomini armati hanno ucciso l’ex parlamentare Haji Ali Adan e i due funzionari del consiglio comunale la sera di sabato, mentre hanno aperto il fuoco e ucciso Abdullahi Kamal Ismael, una guardia carceraria, nei pressi del mercato di Bakara. Al Shabaab ha rivendicato la responsabilità per tutte le uccisioni e ha promesso di mettere a segno nuovi attacchi.
Il gruppo estremista – che ha rivendicato l’attacco contro l’università di Garissa nel vicino Kenya dello scorso 2 aprile, in cui morirono 148 persone – mette a segno con regolarità attacchi in Somalia e nei paesi limitrofi. Obiettivo dichiarato dei suoi vertici è quello di imporre una rigida interpretazione della legge islamica e rovesciare il governo somalo, sostenuto dalla comunità internazionale e da una missione delle forze di pace africane.