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E’ una vittoria eclatante per i cittadini di Jakarta. Un tribunale ha dichiarato che la privatizzazione dell’acqua è contraria alla costituzione indonesiana, annullando di conseguenza, in modo immediato e senza risarcimento per l’impresa francese, il contratto di concessione sottoscritto con Suez nel 1997. Era uno dei più vecchi e controversi contratti della Suez. Secondo fonti interne all’amministrazione di Giacarta, il gruppo francese ha minacciato il ricorso ad un arbitrato internazionale, utilizzando quei famosi meccanismi ISDS [Meccanismo di risoluzione delle controversie investitori-stato, l’arma delle multinazionali contro la sovranità degli Stati. NDT], che alimentano il dibattito sul progetto d’accordo commerciale transazionale.
L’osservatorio delle multinazionali ha dedicato una lunga inchiesta alla storia della privatizzazione dell’acqua a Giacarta. Concluso negli ultimi anni della dittatura in condizioni particolarmente opache, è stato uno degli ultimi superstiti dei grandi contratti di privatizzazione dell’acqua, concordati durante gli anni ’90 a beneficio dei giganti francesi dell’acqua.
Dopo 16 anni di gestione privata da parte di Suez (su una metà della capitale indonesiana, la più importante per popolazione) il tasso di connessione alla rete idrica non era aumentato significativamente, l’acqua distribuita era di qualità scadente, il prezzo dell’acqua era il più elevato dell’Indonesia e di tutte le grandi città dell’Asia. Intanto le autorità pubbliche di Giacarta accumulavano debiti direttamente con la Suez, la quale ha continuato ad ammassare guadagni sicuri non correlati alla pietosa qualità del servizio reso.
Nel 2013 una coalizione di cittadini ha deciso di portare la questione davanti alla giustizia, chiedendo l’annullamento definitivo del contratto di privatizzazione, con la motivazione che è in contrasto con le direttive della costituzione indonesiana, la quale garantisce la natura pubblica dei servizi essenziali. I giudici del tribunale centrale del distretto di Giacarta hanno appena dato loro ragione, esigendo che si ponga fine immediatamente alla gestione privata. Il tribunale ordina inoltre che il servizio sia, d’ora innanzi, amministrato in modo da concretizzare il diritto umano all’acqua, così come viene sancito dalle Nazioni Unite.
Fuoriuscita di Suez senza compensazione?
Le conseguenze di questo procedimento giudiziario erano state prese sufficientemente sul serio, tanto da spingere le autorità di Giacarta (all’epoca Joko Widodo, in seguito eletto presidente dell’Indonesia) ad intraprendere dei negoziati con Suez, per ottenere una loro amichevole e consenziente partenza.
Queste trattative erano in corso, e si prevedeva che l’operatore pubblico PAM Java avrebbe riscattato da Suez le sue quote nel servizio idrico di Giacarta, per un costo stimato di 80 milioni di dollari.
La decisione del tribunale viene ad interrompere queste trattative. Teoricamente Suez dovrebbe lasciare immediatamente la capitale indonesiana senza alcuna forma di compensazione. Questa sarebbe la soluzione più giusta secondo molti dei cittadini di Giacarta, tenendo conto dei profitti accumulati dalla Suez in tutti questi anni.
La municipalità di Giacarta ha annunciato l’istituzione di una gruppo di transizione per riprendere il servizio, mentre il governatore ha dichiarato che i dipendenti degli operatori privati potrebbero essere riassorbiti dalla PAM Java. La Suez, così come l’altra società interessata, Aetra, ha annunciato l’intenzione di fare ricorso in appello.
Secondo l’entourage del governatore di Giacarta, l’impresa francese avrebbe inoltre brandito la minaccia del ricorso all’arbitrato internazionale, servendosi dei famosi “meccanismi di risoluzione delle controversie tra gli Stati e gli investitori”, ISDS, che stanno alimentando oggi molte polemiche all’interno del dibattito sui progettati accordi su commercio e investimenti tra l’Europa e gli Stati Uniti.
Questi organismi di arbitrato privati sono accusati di essere faziosi a favore delle imprese e di far prevalere la logica del profitto delle multinazionali sugli interessi pubblici, difesi invece dai governi.
Suez è, d’altronde, già avvezza ai ricorsi a questi tribunali commerciali privati, essendo una società che ha in corso, in particolare, parecchi ricorsi all’arbitrato internazionale contro l’Argentina, in seguito alla sua fuoriuscita forzata da Buenos Aires e dalla provincia di Santa Fé.
Questo articolo è stato completato il 25 marzo alle 16, per apportare gli aggiornamenti sull’istituzione del gruppo di transizione e sull’intenzione di Suez di impugnare la sentenza.
Traduzione dal francese di Paola Mola, revisione a cura del team traduttori