Casa delle Donne, via Marsala 8, Milano
Mercoledì 8 aprile 2015 ore 17,30-20,30
Cordless, cellulari, sistemi wireless, circuiti elettrici della casa e dell’ufficio, tralicci, linee interrate e cabine di scambio: conosciamo il contesto in cui viviamo e i rischi per la salute che stiamo correndo?
Vogliamo lasciare che lo spazio in cui viviamo si riempia di pericoli per la salute, a cui nessuno può sottrarsi, senza interessarci dei danni biologici che si paventano e che sono stati già conosciuti?
Le donne conoscono l’importanza dei corpi e la forza della salute, mentre le scelte politiche privilegiano profitti e commerci invece della prevenzione delle malattie.
Ne discuteremo con: Antonella Nappi, ricercatrice universitaria di sociologia, per Difendiamo la salute e Laura Masiero, presidente della Associazione per la Prevenzione e la Lotta all’Elettromagnetismo ( www.applelettrosmog ) dopo avere ascoltato Eva Tibaldi, ricercatrice dell’Istituto Cesare Maltoni Cancer Research Centre Ramazzini Institute di Bologna, che presenterà una relazione dal titolo “I campi elettromagnetici non ionizzanti e i pericoli per la salute.“
La salute dipende dalla salubrità ambientale e oggi ci si ammala dieci anni prima di dieci anni fa (Gennaro, Epidemiologia Genova); una persona su due nell’arco della vita potrebbe ammalarsi di cancro (Associazione di Oncologia Medica, 2011) e la percentuale dei tumori infantili ha continuato a crescere in questi anni in Italia e in Europa (Rabbone, Pediatri per un mondo possibile). Un gruppo di esperti di Salute Pubblica di tutto il mondo ha studiato tutte le ricerche che sono state fatte sugli effetti biologici e gli effetti negativi sulla salute delle radiazioni non ionizzanti: campi elettromagnetici, compresi quelli di bassa frequenza e quelli a radiofrequenza/microonde (BioInitiative Working Group, Cindy Sage and David O. Carpenter, Editors. BioInitiative Report: A Rationale for Biologically-based Public Exposure Standards for Electromagnetic Radiation www.bioinitiative.org, December 31, 2012). Raccogliamo alcune cose che vengono dette nella loro “Sintesi destinata al pubblico” (C.Sage pp.3-7).
Le radiazioni elettromagnetiche “non si possono vedere, non hanno gusto, né odore, ma sono una delle esposizioni ambientali più pervasive a cui oggi sono esposti miliardi di soggetti. Tuttavia queste tecnologie non sono state pensate tenendo a mente quali effetti biologici hanno sulle persone. Gli esseri umani sono sistemi bioelettrici. I nostri cuori e cervelli sono regolati al loro interno da segnali bioelettrici. Esposizioni ambientali a campi elettromagnetici artificiali possono interagire con i fondamentali processi biologici nel corpo umano e questo può causare disagio e malattia” (…) e anche la morte”.
Negli ultimi decenni “il livello dei campi elettromagnetici da sorgenti elettriche di fondo è aumentato in modo esponenziale e con la crescente popolarità delle tecnologie wireless come telefoni cellulari, telefoni cordless, reti WI – MAX WI-FI si sono raggiunti livelli senza precedenti. Diversi decenni di ricerca scientifica internazionale confermano che i campi elettromagnetici sono biologicamente attivi negli animali come negli esseri umani e potrebbero avere gravi conseguenze sulla salute pubblica. Non si sa ancora tutto su questo argomento, ma ciò che è chiaro è che gli standard pubblici esistenti e i limiti di sicurezza pubblica di queste radiazioni in quasi tutti i paesi del mondo sono migliaia di volte troppo indulgenti. Gli effetti si verificano a livelli migliaia di volte più bassi. Dobbiamo correggere le abitudini che sono deflagrate grazie al totale silenzio sui pericoli già conosciuti e stimabili e grazie soprattutto a una formazione culturale che è stata spinta sempre più a rinunciare alla previdenza, alla previsione, all’interessamento sanitario preventivo verso la popolazione e all’accoglimento della cura come salvaguardia a posteriori rispetto ai prodotti messi in circolo dai mercati. Si devono trovare alternative che non presentino lo stesso livello di potenziali rischi per la salute per prevenire un’estensione dei danni alla salute, in particolare per chi in questo contesto ha iniziato a vivere da poco tempo. Fino a quando non sappiamo se c’è un limite sotto il quale non si verificano effetti biologici sulla salute umana non è saggio, dal punto di vista della salute pubblica, continuare (business as usual) ad andare avanti con nuove tecnologie che aumentano le esposizioni e in particolare quelle involontarie”.