Nel giro di poche settimane 30.000 “miliziani” si sono registrati per formare “gruppi combattenti” e “assumere” la difesa dello Stato, dopo che gli Stati Uniti hanno dichiarato il Venezuela “una minaccia per la sicurezza nazionale”.
Con toni enfatici, il ministro della Difesa, Vladimiro Padrino, lo ha detto ai giornalisti definendoli “uomini e donne di tutte le età, volontari, con qualsiasi lavoro, che si sono uniti a noi con grande patriottismo”. Padrino ha parlato a Caracas in un incontro di “miliziani” delle aziende statali, come li ha definiti, aggiungendo che l’obiettivo è “radunare tutte le aziende di base, strategiche, per creare i corpi combattenti, la dottrina della milizia bolivariana”.
L’organizzazione delle milizie nelle industrie di base nel paese, “ha come scopo garantire la continuità del funzionamento di queste industrie e la protezione e la difesa fisica degli spazi geografici che occupano”.
“Non ci deve essere impresa pubblica dello Stato che non abbia i suoi corpi combattenti” ha detto il ministro precisando che ciò risponde a un ordine diretto del presidente, Nicolás Maduro.
Da quando Barack Obama ha applicato nuove sanzioni a carico di personalità del governo, arrivando finanche – mossa inedita – a dichiarare il Venezuela una “inusuale minaccia”, Maduro ha annunciato imponenti “esercitazioni militari difensive”, un’operazione denominata “Escudo Bolivariano”, che mobilita 80.000 soldati e 20.000 civili e si concluderà il 28 marzo.