Lo scorso 17 marzo, attraverso l’Avvocatura dello Stato, il ministero della Difesa ha presentato ricorso in appello al Consiglio di Giustizia Amministrativa contrapponendosi alla sentenza n. 461 del 13 febbraio scorso, con la quale il Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo, accogliendo il ricorso presentato dal Movimento No Muos Sicilia e da Legambiente, ha dichiarato abusivo il Muos ordinandone la dismissione.
Così, dopo l’inosservanza della sentenza del Tar e l’immobilismo delle forze delle ordine nel far rispettare il volere di un organo giurisdizionale dello Stato italiano, arriva adesso la posizione e soprattutto l’azione in giustizia della Difesa. Ancora una volta il Muos porta a un match Stato contro Stato in una querelle che avrebbe del ridicolo se non riguardasse una vicenda che invece è più che delicata e di elevata sensibilità.
In questo storico valzer fatto di paradossi e di contraddizioni, a rincarare la dose giunge dunque la Difesa con il suo ennesimo ricorso con il quale mira a passare al contrattacco reputando errata e da annullare la sentenza del Tar e per di più chiedendone la sua sospensione immediata. Tutto, nulla escluso, rimesso in discussione dagli avvocati dello Stato che quasi considerano carta straccia la sentenza dei giudici amministrativi di Palermo.
Nel ricorso della Difesa si fa appello all’illegittimità dei soggetti che hanno fatto ricorso, in breve Legambiente e Movimenti No Muos, in quanto associazioni locali e non nazionali addirittura associando la loro non eligibilità a ricorrere per il fatto di essersi costituiti recentemente; quasi fossimo in uno Stato totalitarista e autoritario in cui un cittadino o gruppi di cittadini riunitisi insieme non possano neppure reclamare legalmente facendo leva sui propri diritti.
L’Avvocatura dello Stato mette inoltre in discussione la legittimità dell’istruttoria che ha condotto all’autorizzazione dei lavori per il Muos, giudicata senza vizi e conforme, e, allo stesso tempo, reputa illegittima quella della revoca della Regione siciliana. Si sofferma poi su vari aspetti tecnici riguardanti la sicurezza del traffico aereo nella zona, sulla piena validità di alcune paginette della relazione condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, la cui posizione e le cui tesi sono state clamorosamente smontate sia da uno studio più serio e professionale prodotto dai maggiori esperti in materia nonché, più recentemente, dagli accertamenti eseguiti dal verificatore del Tar, il prof. Marcello D’amore.
Ma, oltre ai motivi tecnici, con il nuovo ricorso si porta avanti il principio per il quale le opere destinate alla difesa militare nazionale e quelle relative alla materia di sicurezza del traffico aereo sono di competenza esclusiva della Stato, dunque come a dire che poco importa se ne vada di mezzo la salute dei cittadini, il territorio, l’ambiente, la biodiversità e i diritti civili.
Lo Stato siamo ancora noi cittadini?
Di fronte a degli scandalosi reati ambientali accertati e commessi in aree protette in cui vige il divieto assoluto di edificabilità, appesantiti inoltre dalla poca trasparenza e legalità di chi ha commesso i lavori, come può il Governo italiano continuare a perseverare per di più tirando fuori così tante scuse e stravaganti argomentazioni come le competenze nazionali o locali, i cavilli amministrativi, le misere bugie con cui si sostiene il Muos per ragioni di difesa nazionale mentre la base è ad uso esclusivo della Marina militare US?
Tutto ciò non è un segno evidente e chiaro della non volontà dello Stato di accogliere il buon senso della gente in favore della volontà degli USA?
Per lo Stato dunque niente demolizione sino alla sentenza definitiva con il contentino di fare sospendere l’operatività del Muos. Ecco l’accordo, la via di mezzo che propone; come se di fronte alla legge, evidentemente non uguale per tutti, e alle sentenze si possa patteggiare a proprio piacimento e secondo la propria convenienza.
In tale contesto così squallido e, se vogliano ridicolo, la Difesa aggiunge una minaccia, così è da intendere, e cioè quella di ricordare e di ribadire vivamente che se la sentenza del Tar dovesse essere eseguita con la demolizione delle mega antenne, si andrebbe incontro a dei risarcimenti e alla ripristinazione dei luoghi, l’ex-magnifica riserva di sughereti di Contrada Ulmo, il cui costo graverebbe in capo alla Regione Sicilia, ciò che contribuirebbe a portarla al lastrico finanziario.
Siamo a un assurdo pirandelliano. La politica dell’antipolitica, irrispettosa della volontà popolare, minacciosa e arrogante. Scollata dalla realtà e incollata all’affarismo. La storia recente del Muos è passata sotto i Berlusconi, i Monti, i Letta, i Renzi di turno, cambia il vento ma stranamente sulla questione c’è una coerenza di posizioni disarmante.
Tutta gente che ha smarrito ad arte il senso della razionalità, della logica e del buon senso che invece, ormai, è proprietà dei cittadini, del popolo. C’è da chiedersi come sia possibile il sistematico verificarsi di questa trasformazione quando dei cittadini diventano poi uomini politici perdendo d’improvviso il senso del bene collettivo.
La storia del Muos, altalena di forze, è una bilancia che su un piatto vede la gente e dall’altro un peso ben più pesante e meschino, quello dei governi nazionali di volta in volta succedutisi, in teoria voce del paese, stregati dagli interessi internazionali e portatori degli affari dei guerrafondai statunitensi.
Come se non bastassse, ecco la beffa, la ciliegina sulla torta di questa triste storia. Giunge ieri mattina quando un Ufficiale Giudiziario del Tribunale di Gela si presenta infine, con ritardo inspiegabile, davanti ai cancelli della base statuniteste di Niscemi per notificare la sentenza del Tar, con tutte le conseguenze del caso, e i marines si rifiutano di aprire le porte respingendo di fatto un pubblico ufficiale dello Stato italiano. Gli untouchable statunitensi storicamente coesistono nell’impunità dovunque.
E’ una vergogna che non stupisce, che è nota, che è maledettamente dirigista e vincitrice. Ma se il No Muos ha tenuto e tiene ancora è perché la perseveranza della giustezza popolare e l’evidenza di quanto si difende sono sostenuti e sanciti dalla legge.
Le scuse, le minacce, le inosservanze, l’assenteismo delle forze dell’ordine e il loro agire contro quella legge che invece dovrebbero fare rispettare, le azioni contro la popolazione sono tutti segni dello stato di degrado, del marciume del sistema e della volgarizzazione che è stata coltivata in esso da una classe dirigente inaccettabile e indegna.
E’ così che la vicenda del Muos diventa una “comica” di Stato, una vicenda surreale e poco credibile se non fosse disperatamente vera e sin troppo reale.
Cosa aspettarsi del resto da un paese guidato da corrotti, corruttori, amici di mafiosi, lobby e poteri occulti che ormai non fanno neppure finta di agire celatamente.
Risultato? Alla malora la gente, il territorio, la salute, le intelligenze sane, le sovranità sancite dalla Costituzione, alla malora pure la Costituzione stessa.
Continuano in questa maniera i giochi delle tre carte e quelli di prestigio dei fantocci al potere ma, attenzione, continua anche la lotta dei No Muos, della gente comune e di chi crede ancora nella verità e nella giustizia.