I gruppi ribelli del nord del Mali, prevalentemente composti da tuareg, hanno respinto l’accordo di Algeri del 1 marzo scorso: il documento firmato dal governo e da una parte dei gruppi armati attivi nel paese avrebbe dovuto promuovere la pacificazione attraverso il riassetto delle regioni del nord.
Dopo aver consultato leader tradizionali e rappresentanti della società civile, tuttavia, la coalizione nota come Coordinamento dei movimenti dell’Azawad (Cma, che comprende tra l’altro la principale sigla nazionalista, il movimento di liberazione nazionale dell’Azawad – Mnla) ha concluso che “il documento non può portare la pace”. Resta tuttavia aperta, ha specificato il rappresentante del Cma in Europa, Moussa ag Assarid, la possibilità di “proseguire le discussioni con Bamako per trovare un documento accettabile e realistico”. Una risposta più dettagliata con le motivazioni del dissenso, ha proseguito l’esponente della ribellione, sarà consegnata ai diplomatici il cui arrivo è previsto a Kidal – dove si sono svolte le consultazioni del Cma – nella giornata di domani.
Il testo emerso dai colloqui di Algeri dopo una mediazione Onu è stato già contestato nelle regioni del nord, perché non prevede né l’indipendenza né l’autonomia della regione, tradizionali obiettivi dei ribelli. Istituisce invece assemblee regionali elette direttamente e con poteri effettivi e contiene l’impegno a dare maggiore rappresentazione al nord del Mali nelle istituzioni nazionali.