Abolition 2000, di cui Mondo senza Guerre e senza Violenza fa parte, è una dei 25 candidati al Premio Nobel per la Pace 2015 proposti da Nobel Peace Prize Watch, un’organizzazione fondata per portare avanti i desideri di Alfred Nobel riguardo al premio.
Secondo Nobel Peace Prize Watch, Alfred Nobel voleva che il premio venisse assegnato a persone e movimenti impegnati nella lotta per “un mondo smilitarizzato, perché la legge sostituisse il potere nelle politiche internazionali e perché tutte le nazioni si impegnassero a collaborare per l’eliminazione delle armi, invece di competere per la superiorità militare.”
Ogni anno vengono proposti molti validi candidati, che però sono spesso trascurati, mentre il premio viene assegnato secondo criteri diversi. In una lettera inviata il 20 febbraio 2015 alla Fondazione Nobel, al Comitato norvegese per il Nobel e al Parlamento norvegese, Nobel Peace Prize Watch sostiene che l’assegnazione del premio “si è sempre più allontanata dall’idea che ne aveva Nobel.”
Tali preoccupazioni sembrano sostenute dalle decisioni di due istituzioni svedesi incaricate di controllare l’operato delle fondazioni – Länsstyrelsen i Stockholm e Kammarkollegiet – che richiedono l’adozione di una serie di misure volte a garantire il rispetto del proposito del premio.
Nobel Peace Prize Watch ha pubblicato la sua lista di 25 “validi candidati” al Premio Nobel per la Pace 2015 per incoraggiare ulteriormente decisioni prese in questo spirito. Sottolinea come la rete Abolition 2000 “sia iniziata nel 1995 come uno sforzo congiunto di 130 organizzazioni della società civile e nel 2000 sia cresciuta fino a comprendere 2000 organizzazioni provenienti da oltre 90 paesi, attive in forum internazionali e capitali.” In quanto movimento di attivisti per il disarmo, Abolition 2000 rientra nei termini indicati da Nobel.
Altri validi candidati indicati da Nobel Peace Prize Watch comprendono: Article 9 (Giappone), Daniel Ellsberg (USA), International Association of Lawyers against Nuclear Arms, Nihon Hidankyo (Giappone), Edward Snowden (USA), David Swanson (USA), Setsuko Thurlow (Canada), Peter Weiss (USA) e Women´s international League for Peace and Freedom.
Traduzione dall’inglese di Anna Polo