È successo mercoledì mattina a Baggio, periferia ovest milanese. La Questura ha sgomberato il Soy Mendel, uno spazio sociale nato appena cinque mesi fa. Si mormora che fosse stata la proprietà a chiedere lo sgombero, ma è una versione che non convince fino in fondo, anche perché lo spazio è un’ex fabbrica abbandonata da tempo e non risultano progetti su quell’area. I ragazzi e le ragazze di Soy Mendel avevano semplicemente portato vita e socialità laddove regnava il nulla e il degrado. Ora quel nulla e quel degrado torneranno a regnare sovrani in via Cancano.
Qualcuno a Milano esulterà, qualcuno si dichiarerà soddisfatto per il “ripristino della legalità” e qualcun altro ci terrà a sottolineare che non c’entra nulla. Da parte mia non posso che ripetere quello che penso da sempre, cioè che chi occupa e riempie di vita spazi abbandonati e degradati non è un problema, ma anzi fa un servizio alla città e alla cittadinanza. Anche per questo vi invito, se oggi siete dalle parti di Baggio, a partecipare al presidio solidale con il Soy Mendel che si tiene oggi giovedì 5 marzo, alle h. 18.30 in Piazza Anita Garibaldi.
Di seguito il comunicato di Soy Mendel:
COMUNICATO SOY MENDEL DOPO LO SGOMBERO
Sono passati esattamente cinque mesi da quando un gruppo di ragazzi e ragazze della zona ha deciso di occupare una fabbrica abbandonata da più di vent’anni, per restituire al quartiere di Baggio uno spazio sociale, culturale e di aggregazione . Un punto di riferimento che a Baggio – classico quartiere periferico e popolare di Milano direttamente coinvolto negli sporchi affari di Expo- manca da anni, dove portare avanti valori per noi fondamentali come l’antifascismo, l’antirazzismo e l’antisessismo.
Il collettivo del Soy Mendel si è da subito ingrandito includendo i ragazzi universitari che frequentano la biblioteca; i più grandi, reduci dalle vecchie esperienze delle ultime occupazioni a Baggio, ormai di tanti anni fa e non solo. Lo spazio era giornalmente frequentato dai giovani ragazzi dei palazzi popolari, stacanovisti del biliardino e da chi semplicemente voleva fare due chiacchiere prima di andare a casa.
Il bello di Soy Mendel è proprio questo, un gruppo di persone che non si conoscevano ma che, condividendo l’autogestione di uno spazio sociale, hanno imparato a viversi e a costruire insieme progetti e iniziative.
Siamo partiti senza acqua e senza elettricità, con una montagna di macerie e le finestre spaccate. E oggi possiamo dire con orgoglio che quel posto l’abbiamo reso più che vivibile e che ogni singola conquista era vissuta da noi come una gran vittoria. Indimenticabili i momenti in cui per la prima volta abbiamo visto uscire l’acqua dai rubinetti, la prima stufa accesa che non scaldava nessuno, la prima birra spillata al posto della lattina del discount… potremmo andare avanti con mille aneddoti che ripensandoci sembrano arrivare da anni di condivisione invece che da pochi mesi.
In questo breve periodo a Baggio era stato creato un luogo dove si sono attivati dei corsi di Karate e Yoga, un’ aula studio, un cineforum, cene collettive, un palco che ha ospitato esibizioni teatrali, collettivi politici, concerti e dj set. Una palestra popolare per il quartiere era in costruzione. Eravamo in attesa della primavera per sistemare e sfruttare il giardino affianco al nostro parco delle cave. Abbiamo da subito dialogato con le associazioni presenti nel quartiere, cercando di costruire qualcosa assieme utile alla comunità e da subito ci siamo inseriti nelle lotte cittadine portate avanti dai collettivi che condividono con noi gli stessi ideali.
Questa mattina verso le 9.30 ci hanno comunicato che erano dentro e ci stavano sgomberando. Nell’infame vocabolario sbirresco significava che avevano già distrutto in pochi minuti mesi di lavori collettivi: le finestre erano tornate giù, i sanitari erano tornati inagibili.
La rabbia è tanta, ma la voglia di reagire ancora di più. Con la mentalità che ci contraddistingue abbiamo deciso di non lanciare una mobilitazione già stasera e di dare precedenza alle assemblee cittadine che erano in programma. Ci siamo presi un giorno per ragionare con la volontà di non agire presi dalla collera iniziale, ma di usare la testa, cercando di dare una risposta inclusiva, determinata e che coinvolga il quartiere e la gente che ha frequentato o seguito Mendel.
Non riusciremo mai a capire le logiche con cui decidono di sgomberare un luogo pieno di vita e socialità per rimetterlo in uno stato di abbandono. Forse perché un edificio in disuso è il solo vicino che può avere un altrettanto orrido cantiere di Expo lasciato marcire all’interno del parco.
La nostra risposta incomincia da domani sera. Alle 18.30 ci troveremo tutti assieme in Piazza Anita Garibaldi per riportare nelle strade di Baggio quello che è stato Soy Mendel in questi mesi.
Ci hanno tolto lo spazio, ma esistiamo anche senza mura. Ci troviamo in Piazza.
Le compagne e i compagni di Soy Mendel