Esplosione del metanodotto a Pineto (TE): questa sarebbe la sicurezza delle infrastrutture energetiche tanto decantata dalle multinazionali che ne vogliono imporre di nuove ed inutili per gli abruzzese?
Dalle prime informazioni pare che si sia verificato quello che in gergo tecnico si chiama “effetto domino”: un traliccio dell’alta tensione sarebbe smottato provocando l’esplosione del gasdotto. E’ proprio lo scenario che da mesi denunciamo, senza essere ascoltati, per le nuove opere che vogliono realizzare in Abruzzo.
Il caso, ad esempio, dell’elettrodotto Villanova-Gissi e dello stoccaggio gas di S. Martino sulla Marrucina (che dovrebbe stoccare 157 milioni di mc di gas) è paradigmatico. Due grandi opere inutili che vogliono realizzare in aree a fortissimo rischio frana e sismico senza che il Ministero dell’Ambiente – che ha dato il via libera – abbia valutato la loro interazione nonostante siano a 100 metri di distanza! E meno male che lo stoccaggio – gas è classificato come impianto a rischio d’incidente rilevante… L’effetto domino è uno dei motivi di ricorso al TAR contro lo stoccaggio; è semplicemente allucinante che i cittadini volontari devono pretendere sicurezza presentando ricorsi ai tribunali per pretendere quello che è prescritto dalla legge! Vogliamo parlare dell’impianto GPL del porto di Ortona appena approvato senza considerare l’effetto cumulo con con lo stoccaggio di Pet-coke autorizzato?
Ricordiamo che l’elettrodotto Villanova – Gissi, 55 piloni su 151 a rischio idrogeologico, passa già ora sopra un gasdotto esistente che franò a sua volta nel 2005. Ora lì, oltre allo stoccaggio gas, vogliono pure realizzare il nuovo gasdotto Larino – Chieti (per il 13% in aree a rischio frana!).
La vera “perla”, però, è il mega-gasdotto che la SNAM vuole far correre nell’aquilano praticamente sopra le faglie sismogenetiche più attive d’Europa.
Sentiamo in continuazione ripetere come un mantra: tutto senza rischi. Addirittura ci tocca sentire dire che i tralicci dell’alta tensione sono utili perché stabilizzano i terreni in frana (sic!).
Sono tutte nuove infrastrutture inutili per gli abruzzesi, volte solo a farci diventare “hub dell’energia”, cioè servitori di passaggio per permettere ad altri di fare profitti sull’energia. A noi espropri e rischi, a loro i guadagni. La nostra solidarietà va alle persone che hanno subito le conseguenze di questo incidente.
Ora serve una moratoria immediata rispetto a queste mega-opere inutili per gli abruzzesi. Inoltre bisogna puntare a mettere in sicurezza e a gestire correttamente i rischi di quelle esistenti.
FORUM ABRUZZESE DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA