Intervento di Roberto Pavesi del Partito Umanista di Milano alla manifestazione del 1°marzo.
La partecipazione delle persone alle scelte politiche e sociali dove si vive porta a riflettere su due condizioni. Una sono le leggi e le istituzioni e queste oggi vanno nella direzione del totalitarismo.
Si avverte che la partecipazione alla vita democratica e alle scelte sociali da parte delle persone non viene considerata e non solo per i migranti. Oggi la democrazia è solo una parola agitata per coprire un potere mafioso sia economico che politico.
Le persone che arrivano da altri paesi non sono considerate “degne” di diritti e trovano barriere che sono il risultato di un potere corrotto e ignorante, dove l’Essere Umano è un oggetto utilizzabile o meno, ma pur sempre un oggetto.
Prendo in prestito queste parole di Tolstoj: “Siedo sulla schiena di un uomo, soffocandolo, costringendolo a portarmi. E intanto cerco di convincere me e gli altri che sono pieno di compassione per lui e manifesto il desiderio di migliorare la sua sorte con ogni mezzo possibile. Tranne che scendere dalla sua schiena.”
La seconda condizione sono le abitudini di tutti noi, l’individualismo, il pregiudizio, le credenze che portano le persone a pensare solo a se stesse. E questo non aiuta ad andare verso il cambiamento positivo oggi necessario. Siamo noi il motore del cambiamento e tocca ad ognuno di noi cambiare il sistema.
Il sistema attuale, sia economico che politico, è fallito e si agitano oscurantismi in tutte le fazioni.
Oggi non sono in grado di proseguire la costruzione, non sono in grado di immaginare un progresso umano, sanno solo esercitare violenza, economica, sociale, religiosa e politica, non rappresentano l’evoluzione e sono pericolosi.
Cancellare la Bossi/Fini, dare opportunità di partecipare alle scelte politiche. Nei Comuni chi ha la residenza deve avere diritto di voto; in Consiglio Comunale devono sedere rappresentanti di tutte le provenienze.
Tempo fa Martin Luther King fece un discorso dove diceva di avere un sogno; anche oggi bisogna avere un sogno e muoversi per realizzarlo. La partecipazione prima di tutto è la partecipazione a costruire una società più umana; se aspetto che qualcuno la realizzi, non funziona.
La partecipazione è uscire dall’individualismo del proprio orticello. I pensieri producono azioni, i pensieri forti producono azioni forti.
Voglio chiudere con le parole di Silo, Fondatore del Movimento Umanista: “In una Democrazia reale deve essere data alle minoranze la garanzia di una rappresentatività adeguata, ma oltre a questo si devono prendere tutte le misure che ne favoriscano nella pratica l’inserimento e lo sviluppo. Oggi le minoranze assediate dalla xenofobia e dalla discriminazione chiedono disperatamente di essere riconosciute e in questo senso è responsabilità degli umanisti elevare questo tema a livello di discussione prioritaria, capeggiando ovunque la lotta contro i neo-fascismi, palesi o mascherati che siano. In definitiva, lottare per i diritti delle minoranze significa lottare per i diritti di tutti gli esseri umani.”