L’Expo nutre il pianeta… a braccetto con McDonald’s. Se fino ad ora avevamo visto la faccia di Vandana Shiva, le foto delle mani sporche di terra degli agricoltori e avevamo sentito raccontare che si sensibilizzava il pianeta alla sostenibilità, ecco che Official Sponsor di Expo 2015 appare niente meno che McDonald’s Italia. La presenza nel sito espositivo è stata annunciata a Milano.
articolo di Giovanni Fez
L’amministratore delegato di McDonald’s Italia, Roberto Masi, nell’annunciare che la catena di fast-food è official sponsor di Expo, ne ha vantato le dimensioni: 36.000 ristoranti in 120 paesi nel mondo, 70 milioni di persone servite ogni giorno con hamburger, patatine fritte e altri menù che per anni sono stati definiti da esperti e nutrizionisti “junk food”, cioè cibo spazzatura. Eppure McDonald’s è sponsor ufficiale dell’Esposizione che si è battezzata l’Expo per nutrire il pianeta.
Durante l’incontro tenutosi a Milano che annunciava la loro presenza, è stato presentato “Fattore Futuro”, un progetto con cui McDonald’s ha raccontato di voler aiutare i giovani agricoltori nello sviluppo delle loro aziende. Il progetto ha ricevuto il Patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali… ma d’altra parte non è la prima volta che zio Mac conquista l’imprimatur ministeriale.
Ma come li aiuta? “Permettendo” (un privilegio?) a 20 imprenditori agricoli con meno di 40 anni di entrare a far parte dei fornitori italiani di McDonald’s per tre anni. Uno scherzo? Nient’affatto.
Vediamo cosa ha da offrire McDonald’s ad Expo e al nutrimento del pianeta.
Nel 2013 viene reso noto un dossier di trenta pagine in cui l’avvocatessa Michele Simon illustra le operazioni di marketing del colosso americano travestite da opere di beneficenza con l’obiettivo e la conseguenza di ottenere consenso e approvazione attraverso un messaggio distorto della carità.
Sempre nel 2013 si scopre che il fast food più famoso del mondo avrebbe consigliato ai propri dipendenti di tenersi alla larga dai cibi poco salutari prodotti dalla stessa catena. E lo avrebbe fatto su un sito web, McResource Line, dedicato e aperto solo ai suoi dipendenti. Inutile, però, provare a cliccare sulla pagina web perchè è stata rimossa dopo la diffusione della notizia (c’è chi ne ha conservato le schermate però). La catena avrebbe deciso di eliminarla perchè quei consigli “fastidiosi” avrebbero iniziato a circolare troppo nella rete.
Nella lista degli ingredienti e allergeni si può contare un buon numero di emulsionanti e additivi artificiali e per alcuni di essi vi riportiamo qualche informazione.
Il polidimetilsilossano (E900) è un antischiuma autorizzato; l’E171 è il diossido (o biossido) di titanio, soprattutto in forma nanoparticellare è stato classificato come possibile cancerogeno; poi troviamo l’E472e, esteri dell’acido diacetiltartarico di mono- e digliceridi, si tratta di esteri di grassi sintetici; il blu brillante, l’E133, colorante sintetico derivato dal catrame del carbone, nelle linee guida inglesi non è raccomandato per l’assunzione nei bambini.
La lista potrebbe ancora molto lunga.
E…vi ricordate il film documentario “Super size me”? Il regista Morgan Spurlock lo ha presentato nel gennaio del 2004 al Sundance ed è stato premiato; è stato anche candidato agli Oscar. La storia è quella di un uomo (è l’esperimento cui si è sottoposto veramente il regista stesso) che per trenta giorni si nutre solo di fast-food, per lo più nella catena McDonald, ingrassando di oltre 12 chili: la sua cronaca-denuncia gastronomica, corredata di referti medici per danni al cuore, alle arterie, al sangue, ha avuto un effetto bomba in America, ma non solo.
Ora…bisogna solo capire di cosa l’Expo vuole nutrirci!