Il governo di transizione del Burkina Faso ha emesso un decreto con cui autorizza la riapertura della tomba dell’ex presidente Thomas Sankara ed esami sul corpo che vi è sepolto. Ciò permetterà di riaprire le indagini sulla morte dell’ex capo di stato, ucciso durante un golpe, il 15 ottobre 1987. Una nuova inchiesta era stata promessa a novembre dal presidente burkinabé ad interim, Michel Kafando.
L’applicazione del decreto, tuttavia, non sembra imminente: la vedova di Sankara, Mariam, non è stata in effetti avvertita dalle autorità dell’iniziativa. Dalla Francia – dove vive – la donna si è però detta disponibile, se contattata ufficialmente, a collaborare con le autorità per l’adempimento delle procedure necessarie, che lei stessa ha sollecitato. L’apertura di un fascicolo spetta al tribunale militare – Sankara era capitano dell’esercito – poiché la giustizia civile si è già dichiarata non competente.
La prima conclusione da raggiungere, una volta che gli esami avranno inizio, sarà quella sull’identità del corpo sepolto nella tomba, al cimitero Dagnoën di Ouagadougou. Negli anni si è infatti diffuso il sospetto che non si tratti dei resti di Sankara, che secondo questa tesi sarebbero stati fatti sparire per ostacolare ulteriormente le indagini. Anche per questo motivo la famiglia dell’ex presidente chiede da anni l’apertura della tomba.