Consiglio Comunale di Milano del 16 febbraio 2015.
Signor Presidente, come Lei sa, perché vi ha partecipato, sabato scorso in Galleria c’è stata una manifestazione-rito per denunciare le centinaia di naufraghi morti nel Mediterraneo mentre, fuggendo da guerre e carestie cercavano di raggiungere il nostro paese o, comunque l’Europa, con la speranza di una vita umana. Voglio condividere con lei e con i consiglieri/e comunali il senso di impotenza e di vergogna di fronte al ripetersi di queste stragi.
Vergogna come essere umano che, senza alcun merito, si è trovata a vivere in un’area geografica che da 70 anni non subisce guerre e carestie che, non per merito personale, ha potuto studiare e provare ad avere una vita dignitosa.
Leggevo ieri su un quotidiano delle riflessioni sul programma T4 realizzato in Germania tra la fine degli anni Trenta e l’inizio dei Quaranta. Tale programma, che prevedeva la soppressione dei disabili (Ne vennero eliminati più di 70.000), era propagandato e giustificato con la motivazione che ogni disabile era una bocca da sfamare a spese del resto della popolazione.
Si mirava a far sì che ci si abituasse un po’ per volta all’idea che esistessero delle persone che erano “un peso” per lo stato, soprattutto in periodo di crisi economica e che, quindi, la loro eliminazione non fosse un problema. Oggi in Europa e in Italia sta avvenendo un fatto analogo.
Il mare che ci unisce all’Africa e al Medio Oriente diventa periodicamente una tomba per migliaia di profughi che cercano salvezza nei nostri paesi. La stampa e i mezzi di comunicazione si accorgono di questo sterminio quando il numero di annegati/e assiderati diventa “esagerato”.
Nel frattempo i politici e gli “esperti” sostengono che salvarli “costa troppo per i bilanci nazionali ed europei” già in sofferenza per la crisi economica e quindi costa troppo per le tasche dei cittadini già tartassati da disoccupazione e incertezza sul futuro.
E così viene alimentato il consenso ai nostri governanti, che ci informano che il programma “Mare Nostrum costava troppo” e per questo si è passati all’inefficace “Triton” con i risultati che conosciamo. Il presidente del consiglio ha addirittura spostato la responsabilità dell’ultima strage in mare all’instabilità politica della Libia, dimenticando come il nostro paese (assieme ad illustri alleati) abbia contribuito militarmente a creare quell’instabilità.
E ora per rimediare alla catastrofe il ministro Gentiloni e la ministra Pinotti ci assicurano che “siamo pronti a combattere”, “siamo pronti a guidare la coalizione”!
Caro Presidente, il flash mob di sabato, pur suggestivo ed emozionante, non mi ha liberato la coscienza né obnubilato il cervello. Posso solo affermare qui (pur nella disattenzione generale) che un’ulteriore impresa militare non risolverà il problema dei profughi, ma contribuirà ad alimentare quella “guerra di civiltà” che tante catastrofi ha prodotto e continua a creare! Posso solo dire: “Non in mio nome!”.