In agitazione da più di due settimane i lavoratori della Provincia di Firenze protestano contro i forti tagli previsti che mettono a serio rischio servizi essenziali alla popolazione; Pressenza per capire cosa sta succedendo è andata a intervistare Daniela Mencarelli, addetta alla sala operativa della Protezione civile.
- Daniela, come lavoratori della Provincia di Firenze siete in agitazione dal 18 Dicembre, ad oggi sono più di due settimane, quali sono le motivazioni di questa protesta?
La protesta è nata a seguito dell’iniziale penalizzazione delle province, secondo l’ultima formulazione della legge di stabilità, gli esuberi in Toscana sarebbero 2.033, con una riduzione del 30% per la Città metropolitana di Firenze e del 50% per gli altri enti, più i tagli alle spese per beni e servizi. Con la fine dell’esistenza della Provincia di Firenze e il subentro della città metropolitana, si instaura uno status sconosciuto e sottolineo sconosciuto data la lentezza di risposta in merito all’organizzazione e distribuzione delle funzioni, dei sevizi, e il conseguente dislocamento del personale, in pratica ad oggi nemmeno si sa quali servizi e il personale che risulteranno in esubero.
- Quali sono i servizi più importanti che la Provincia offre alla popolazione?
I servizi che forniamo ai cittadini sono molteplici e toccano vari aspetti della vita quotidiana delle persone e della gestione del territorio come ad esempio:
- Servizi socio-assistenziali.
- Assistenza alle cooperative sociali e alle associazioni senza fini di lucro
- Piani e progetti di supporto alle imprese
- Suap provinciale
- Formazione
- Corsi
- Fondo sociale europeo
- Sviluppo sostenibile
- Educazione ambientale
- Energia
- Acque
- Rifiuti
- Inquinamento
- Servizi dei Centri per l’Impiego
- Orientamento
- Collocamento disabili
- Gestione e manutenzione strade,
- Trasporto pubblico locale
A questo link è possibile trovare l’elenco delle attività svolte dalla Provincia
Ricordo inoltre, che alcuni di questi servizi sono delicati anche in virtù del contesto sociale di forte crisi in cui ci troviamo, sono svolti da una buona percentuale di personale precario, i cui contratti vengono prorogati sempre all’ultimo momento, credo che senza un’idea di continuità si mini l’efficienza del servizio. Mi riferisco in particolar modo alla Protezione Civile sala operante h24 e al Servizio per l’impiego e l’orientamento al lavoro, dove diversi impiegati, formati, qualificati, con una professionalità acquisita e con passione svolgono questi servizi da anni. Cito in particolar modo questi due servizi perché sono quelli di cui meglio conosco la situazione, ma non sono di minor importanza anche gli altri, come la gestione delle strade oppure dell’edilizia scolastica giusto per fare qualche altro esempio.
E’ in atto da tempo un’opera di disinformazione, volta a mettere in cattiva luce tutto ciò che è pubblico, come se esso rappresentasse la causa di tutti i mali del nostro paese, scordandoci che pubblico in realtà significa patrimonio di tutti. Si sta procedendo in questo senso per togliere dalla competenza pubblica servizi essenziali alla popolazione e portare inevitabilmente ad una sola alternativa, ovvero prima esternalizzare e poi privatizzare.
Qualsiasi cosa ci vogliano far credere, l’esperienza di altri Stati ci insegna che tutto ciò porta inevitabilmente ad un declino sociale e al rischio concreto che una buona parte della popolazione non riesca più ad usufruire di servizi essenziali in un futuro prossimo.
- Il Job’s act come e in che misura inciderà sulla qualità dei servizi erogati dalla Provincia e che impatto avrà sulle attuali forme di tutela della dignità dei lavoratori?
Purtroppo non ho ancora avuto modo di approfondire tecnicamente i contenuti del testo del Job’s act e le implicazioni ad esso legate; da quel poco che ho potuto leggere, personalmente, ho avuto l’impressione che si stia facendo un’operazione per confondere gli italiani, un po’ come successo con l’abolizione dell’IMU, non si paga più è vero, in compenso però ci è stata data la TASI che ci costa molto di più dell’IMU ed è anche più iniqua.
- Intendi dire che questo decreto è una specie di specchietto per le allodole?
Voglio dire che al di là di tanti proclami eliminando l’articolo 18 viene meno una delle poche forme di tutela che era rimasta a noi lavoratori, pensateci bene, sta succedendo esattamente ciò che avevano pianificato molto tempo fa, se cerchiamo di avere un quadro più completo, con gli ultimi avvenimenti “legislativi” si ottiene un’indicazione chiara di come si stia muovendo il paesaggio intorno a noi, da una parte, affidano ai privati ciò che è patrimonio di tutti, dall’altra diminuiscono le forme di tutela e continuano a precarizzare, così da non avere nessun vincolo verso i lavoratori né verso la popolazione in genere.
Non è la prima volta che si parla di eliminare un ente come la Provincia (peraltro stabilito dalla costituzione) così come non è la prima volta che si cerca di eliminare l’articolo 18, tutela che ad esempio diversi lavoratori dell’artigianato non hanno mai avuto e allora invece di estendere questo diritto, lo si toglie a tutti. Già diversi anni fa avevano fatto piccoli tentativi in questa direzione, giusto per sondare il terreno… e la capacità di opposizione della popolazione, poi… la cosa è rimasta silente, ed oggi approfittando di un periodo di forte destrutturazione sociale cercano nuovamente di attuare questo disegno. Bisognerebbe domandarsi da quanto tempo ci stessero lavorando.
- E’ anche vero però che in tempi passati ci sono stati dei casi di lavoratori del pubblico impiego che si sono forse troppo approfittati di certe tutele e di privilegi di cui godevano.
Non escludo che ci sia stato qualcuno che ha approfittato di determinate condizioni, ma questo fa anche parte della maturità delle persone e della mancanza di presa di coscienza che il buon svolgimento di un servizio pubblico diventa risorsa a beneficio di tutti.
Raccontando la mia esperienza, durante l’espletamento del servizio pubblico che ho svolto negli ultimi 20 anni, personalmente ho visto molte persone che con dedizione cercavano sempre di accontentare l’utente, colleghi che spesso terminavano il lavoro a casa fuori dall’orario di lavoro gratuitamente, altri che prendevano ferie nei giorni in cui erano malati o che rientravano al lavoro in condizioni di salute precaria per non mettere in difficoltà gli altri colleghi, alcuni che si portavano persino le tastiere dei loro computer personali da casa, quando in ufficio si rompevano e non si riuscivano a sostituire rapidamente o magari non c’erano soldi a disposizione.
Poi lo ripeto, sicuramente il marcio sta dappertutto e purtroppo a volte ne abbiamo avuto l’esempio; non per questo con l’acqua sporca si deve buttare via anche il bambino dentro, perciò guardiamo ai molti servizi espletati nel corso degli anni, finora gratuiti e accessibili a tutti, servizi che uniscono e cercano di livellare la qualità della vita di tutta la popolazione. Stiamo molto attenti inoltre, perché c’è una determinata intenzione che porta a svilire tutto ciò che è pubblico con la finalità di privatizzare tutti i servizi essenziali alle persone, in tutto questo esiste un comune denominatore ovvero lucrare sulle necessità della gente, ne è un esempio lampante la Grecia, dove, dopo un ulteriore privatizzazione di molti servizi pubblici, si è scatenata una vera e propria guerra tra poveri.
- Secondo te, la vostra protesta come viene compresa dalla popolazione?
La nostra protesta all’inizio è partita un po’ in sordina ma ultimamente a giudicare dagli attestati di solidarietà da parte della popolazione pare che il nostro messaggio sia stato capito.
Volevo inoltre sottolineare il senso di responsabilità manifestato da tutti i lavoratori della provincia, i quali nonostante la protesta in atto, si sono organizzati affinché il lavoro andasse avanti e nessun servizio ai cittadini venisse interrotto.
Stiamo facendo a turno per presidiare, alcuni di noi hanno continuato il presidio garantendo la loro presenza anche quando erano in ferie e molti lavoratori partecipano al presidio fuori dall’orario di lavoro.
A proposito di comprensione, in generale bisognerebbe cercare di capire che siamo in un periodo storico di grandi mutamenti, il fatto di attraversarlo spesso non ci fa rendere conto che sono in corso veri e propri cambiamenti epocali, ma se cerchiamo vedere quanto ci circonda da un punto di vista più ampio, allora ci renderemo conto che le sicurezze per cui hanno combattuto una vita i nostri genitori o i nostri nonni, oramai non esistono più.
Di fatto siamo tutti precari, il lavoro fisso non esiste più e spesso possiamo contare solo sulle nostre risorse, in questo senso una grossa tutela può venire dall’unione dei lavoratori e più in generale dalla solidarietà tra le persone. Purtroppo per noi tutti, questo concetto non è stato ancora metabolizzato, si ragiona tropo spesso in termini individualistici, senza voler vedere che il miglioramento così come il peggioramento delle condizioni di vita collettiva incide pesantemente sulla qualità della nostra stessa vita, in questo mondo globalizzato è tutto strettamente collegato e interconnesso.
Soprattutto vorrei sottolineare che la questione del problema in se non è nemmeno il tempo determinato o quello indeterminato oppure il possibile licenziamento, il vero problema è il mondo del lavoro e quello che in questi ultimi anni è diventato, il sempre maggiore sfruttamento delle persone, al di là di tutto, dovrebbe essere comunque garantita la dignità dei lavoratori, il valore del lavoro da essi svolto, dovremmo essere già da anni ormai in un contesto lavorativo e sociale che permetta comunque di sostentare se stessi e la propria famiglia e invece siamo ancora qui a cercare di difendere la dignità delle persone. Il problema in definitiva è l’incertezza, il ricatto e la paura che ne scaturisce. Così il futuro si chiude e i popoli, le persone e i lavoratori possono essere meglio controllati.
Stiamo toccando i limiti di un sistema economico, un sistema che prima o poi imploderà, mi rendo conto che sia un’immagine poco piacevole, perché comunque in questo sistema noi ci viviamo, ci cresciamo i nostri figli, ma credo che ciò sia inevitabile, siamo alla fine di un ciclo, la fine di un processo iniziato oramai da tempo; ci sono sempre più spazi vuoti lasciati dagli Stati e dalle cosiddette istituzioni, ciò di per se è negativo ma esiste anche la reale possibilità che da questi vuoti sia possibile ricostruire qualcosa di migliore, di più utile per l’essere umano. Per questo, ora più che mai, credo che siano fondamentali le scelte che facciamo, la relazione che abbiamo con gli altri, il valore che diamo alle cose, alla vita, al lavoro e alla dignità delle persone.
E’ proprio questo il momento in cui le persone più che mai dovrebbero stare unite, dare valore alla solidarietà senza farsi ingannare dalla falsa idea di poter rimanere immuni e non venir toccati dalla piega che hanno preso gli attuali fenomeni di destabilizzazione. Quel che capita al mio vicino, al mio collega o al mio prossimo in generale, domani potrebbe toccare a me o alla mia famiglia e anche se per fortuna non dovesse mai toccarci da vicino, non è più possibile far finta di non vedere che un generale peggioramento del contesto sociale e lavorativo alla fine danneggia seriamente anche le nostre vite.
Così, se da una parte è assolutamente vero che socialmente è un periodo difficile, dall’altra potrebbe essere l’occasione per riscoprire altri valori meno legati all’economia ma che umanamente parlando sono assai più importanti, scoprendo o riscoprendo il gusto per la solidarietà, per la condivisione e per l’aiuto, di modo da poterci riavvicinare a noi stessi e ai nostri bisogni più veri.
- Come intendete proseguire questa protesta?
La protesta continuerà con il presidio della Provincia fino a che non avremo risposte rispetto al futuro dei servizi e alle funzioni ad essi legate. Sono stati appena prorogati i contratti a termine di molti nostri ragazzi, dal mio punto di vista è solo un procrastinare il problema. Inoltre si è parlato di esuberi ma non ci è ancora stato dato modo di sapere con che criteri verranno scelti questi esuberi, come verrà attuata la mobilità, se sarà territoriale oppure no, detto in altre parole chi, come e dove verremo eventualmente trasferiti, insomma mancano in pratica ancora tutte le risposte.
Alcuni ci dicono che sono decisioni nazionali già prese e che una protesta non porterà a niente, rispondo che non sempre s’intraprende qualcosa con la certezza del risultato, non per questo viene meno il significato e il valore di una determinata azione, questa protesta è un’azione valida in se, per questo motivo io insieme a tanti altri colleghi continuiamo a protestare.
- Che cosa auspichi in generale per il futuro?
Che la gente guardi dentro di sé e intorno a se, che si renda conto di ciò che sta veramente succedendo, che ci riscopriamo capaci di prenderci cura l’uno dell’altro, senza puntare il dito sul vicino, smettendola di guardare alle differenze, non serve a niente è solo l’ennesima guerra fra poveri. Che si possa riprendere il cammino di solidarietà intrapreso dai nostri padri, dando maggiore spinta alle nostre vite in questa direzione, di modo da essere più organizzati, più uniti, meno isolati e non più in balia degli eventi.
In generale auspico che le proteste che in futuro verranno intraprese si rifacciano sempre alla metodologia della nonviolenza, è vero i livelli di malessere e di disagio sono molto alti e le provocazioni a cui stanno sottoponendo la dignità delle persone sono costanti e quotidiane, come risaputo la violenza genera sempre altra violenza, perciò mi auguro che si impari sempre più spesso a disinnescare questa violenza a guardare il positivo, a mettere attenzione a ciò che ci unisce e non a ciò che ci divide.
Vorrei infine che i nostri figli, al di là di ciò che riusciremo a insegnargli, siano in grado d’ immaginare un orizzonte differente, perché penso che alla fine ciò che costruiamo sarà quello che sta nelle nostre immagini e nel nostro cuore.
- Daniela, quello che ti guida è un pensiero molto positivo e molto alto, non trovi anche che al tempo stesso sia un po’ “lontano”, specie in questo periodo storico?
Forse sono un’idealista ma preferisco definirmi una sognatrice, d’altra parte i sogni sono fatti d’immagini, l’umanità stessa nel corso della sua storia è progredita grazie a ideali e a sogni; ognuno di noi se si ricorda bene, ha avuto almeno un momento nella sua vita in cui una determinata immagine ci dava forza, certezza e coerenza, un’immagine tanto forte da credere di poter cambiare la nostra vita e il mondo che ci ruotava intorno, allora ben vengano questi sogni e siano ben voluti gli ideali se questi possono darci la serenità la forza e l’allegria per andare avanti.
- Come lavoratori della Provincia di Firenze quale messaggio volete far arrivare ai cittadini?
Credo di aver già risposto, sia come dipendente pubblico ma ancor di più come cittadina, andremo avanti con questa protesta perché crediamo che sia fondamentale difendere i servizi alla popolazione in quanto rappresentano un bene comune per tutti, per la qualità della vita delle persone e per la dignità di tutti noi lavoratori e cittadini.