“Dal momento che le forze mobilitate dal grande capitale asfissiano le masse, sorgono e si rinforzano posizioni incoerenti con l’obibettivo di sfruttare questa sofferenza, canalizzandola verso falsi colpevoli”.
Ma all’interno di questo contesto oscuro e caotico, il clamore popolare si è levato per esprimere la sua brama di pace, di tolleranza e di fraternità.
I tragici avvenimenti accaduti in Francia all’inizio di questo 2015, sono una maglia in più nel processo di violenza che si esprime così bene, non solo attraverso il fondamentalismo religioso, ma anche attraverso l’aumento dei nazionalismi retrogradi e xenofobi, delle politiche irresponsabili, dei cosiddetti fanatici del grande mercato neo liberista e della crescita economica, causando una catena senza fine di catastrofi sociali ed ambientali.
Come molti, però, noi non ci facciamo ingannare e vediamogià al lavoro i politici e gli opinionisti. Approfittano di questi avvenimenti per attivare una politica sempre più repressiva e coercitiva, restringendo le libertà individuali ed esasperando il sentimento di paura, di vendetta, di islamofobia al solo scopo di alimentare maggior violenza. Per non dimenticare le implicazioni del capitale finanziario, della mafia dei “colletti bianchi”,che speculano sui venti di guerra, sull’inasprimento dei conflitti armati relegando sempre più stati e governi al ruolo di braccio armato per addomesticare le popolazioni.
Ma per coloro che seguono un ideale umanista, non è più il momento di cercare i colpevoli, bensì di concentrarsi su quell’impulso che ha radunato, lo scorso 11 gennaio, circa 4 milioni di francesi e tanti cittadini di altre nazionalità. Questo impeto si è espresso con forza, calma e dignità non solo per sostenere il diritto alla libertà d’espressione e il rifiuto della violenza fisica, ma anche per l’aspirazione alla pace alla fraternità e per la solidarietà per tutti e fra tutti.
In questo moto interiore riconosciamo una sensibilità umanista, che si esprime già da qualche anno, grazie a molteplici eventi come: iniziative equosolidali, valide alternative alla violenza economica neo liberista; collettivi di cittadini che cercano di costruire insieme le basi di una democrazia vera, ben lontana dalla democrazia formale, dove la libertà d’espressione equivale alla violenza di una continua provocazione. C’è un bisogno estremo di una spiritualità laica, che si discosta dalle religioni divenute troppo formali per non parlare di quando diventano fondamentaliste.
Pur non essendo ingenuo, riconoscendo che in futuro ci saranno ancora altre barbarie qui e altrove (se non stanno già avvenendo) il Partito umanista si riconosce in tutte queste iniziative fin qui elencate.
Premesso questo, elenchiamo quello che noi vorremmo proporre al mondo.
Prima di tutto la mobilitazione verificatasi contro queste barbarie possa servire ad alimentare questa nobile fiamma, che si è divampata in tutta la Francia e in tutto il resto del pianeta.
Per aumentare questo entusiasmo il Partito Umanista invita ognuno a ritrovarsi intorno a questi 6 punti di base, che caratterizzano l’atteggiamento umanista.
1. L’essere umano come valore e preoccupazione centrale; di conseguenza, niente sia al di sotto dell’essere umano e nessun essere umano al di sotto di un altro.
2. Uguaglianza fra tutti gli individui
3. La diversità individuale e culturale come esaltazione e valore intrinseco delle caratteristiche uniche di ogni popolo.
4. Lo sviluppo della conoscenza al di là dei limiti imposti dal pregiudizio.
5. La libertà di idee e di culto
6. Il rifiuto della violenza non solo fisica ma anche economica, razziale, sessuale, religiosa, morale, psicologica.
Di fronte alle barbarie perpetrate dai gruppi terroristici e di fronte alla violenza dissimulata dal “terrorismo di stato” il Partito umanista risponde affermando la necessità di trasformare questo moto interiore, scaturito l’11 gennaio, in una forza morale: quella, appunto, della nonviolenza.
Partito umanista francese
Traduzione dal francese di Paola Mola