Il difficile viene adesso, si suol dire in situazioni come queste, e nel caso della Grecia e di Syriza questo è più vero che mai, poiché un paese di soli 11 milioni di abitanti, con un’economia a pezzi e senza alleati tra i governi europei dovrà ora assumersi l’onere di rompere la gabbia dell’austerità.
Sarà dura, dunque, molto. Eppure, questo è il momento di un sorriso e della consapevolezza che qualcosa di nuovo e di dirompente è accaduto nel vecchio continente. Qualcosa che ci riguarda, direttamente, e che ci impone di agire anche a casa nostra.
La netta vittoria di Syriza e il ripudio di massa dell’elettorato greco del memorandum, del commissariamento del proprio paese e delle politiche di austerità rappresenta un fatto nuovo e dirompente perché per la prima volta si materializza in Europa un’alternativa di sinistra all’austerità e al neoliberismo. Ovunque le destre radicali, comprese quelle neofasciste, sembravano gli unici con il vento veramente in poppa in questi tempi di crisi e macerie, ma ora c’è un altro messaggio, di massa e diametralmente opposto (anche se i neonazisti di Alba Dorata sono comunque arrivati al terzo posto con oltre il 6%). E forse, tra non troppo tempo, un messaggio di questo tipo potrà manifestarsi anche in Spagna con Podemos.
Da noi a sinistra ci sono ancora troppi che tentennano e dubitano, che pensano che tanto va a finire male comunque, con una sconfitta rovinosa o con la cooptazione di Syriza nel club dell’austerità. Può darsi, non ho la sfera di cristallo, ma rifiutarsi oggi di vedere il fatto nuovo e la possibilità che rappresenta, per tutta l’Europa, è profondamente sbagliato e politicamente imperdonabile.
Questo è il momento di agire qui e in tutto il continente, anzitutto per non lasciare soli la Grecia e Syriza. E soprattutto per ispirarci, per trovare la spinta necessaria per guardare e andare oltre la sinistra che c’è e alle sue mille divisioni e autoreferenzialità. Insomma, per avviare subito, ora, il processo, sociale e politico, verso una nuova soggettività. In fondo, il messaggio più prezioso che ci viene dalla Grecia è che è possibile farlo.