Il popolo tunisino ha fatto la propria scelta nella prima elezione presidenziale libera del paese. E’ Béji Caid Essebsi il nuovo Presidente della Repubblica, ottantottenne avvocato, veterano della politica tunisina e leader dell’alleanza laica Nidaa Tounès. Essebsi che dovrà ricoprire la più alta carica dello Stato per i prossimi cinque anni, ha ottenuto il 55,7% dei voti mentre il presidente uscente Moncef Marzouki ha avuto il 44,3% dei consensi in un ballottaggio che ha visto un elevato numero di astenzionisti e di schede bianche in particolar modo da parte dei giovani. L’ISIE (Instance Supérieure Indépendante pour les Élections) ha infatti stimato un tasso di partecipazione al 60% in calo rispetto al primo turno quando votarono il 64,6% dei tunisini aventi diritto.
La Tunisia ha ottenuto la sua indipendenza nel 1956 e da quel momento ha avuto solamente due presidenti, Habib Bourguiba dal 1956 al 1987 e in seguito Zine El-Abidine Ben Ali dal 1987 al 2011. A quattro anni dalla caduta della dittatura di Ben Ali, questa tornata elettorale marca quindi un momento molto importante per il paese africano per il suo valore simbolico, per la possibilità di portare a compimento quel processo di democratizzazione lanciato con la Primavera araba e per la volontà di accantonare definitivamente un passato duro, sofferente e doloroso.
Certamente i problemi della Tunisia sono tutt’altro che risolti a partire già dai primissimi mugugni e le prime accuse del presidente uscente Moncef Marzouki e di parte del mondo islamico che paventano il rischio di un monopolio istituzionale derivante dal fatto che l’alleanza laica Nidaa Tounès sia uscita vincitrice tanto dalle legislative di novembre che dalle presidenziali non consentendo al paese di avere la presenza di una figura super partes. La pace sociale, la lotta alla disoccupazione e il rilancio economico del paese rappresentano le tematiche più urgenti che il nuovo governo e il neo presidente dovranno affrontare con priorità e con determinazione per il bene collettivo della nazione.
La strada di una nuova epoca sembra ormai essere stata tracciata dall’assenza d’incidenti di rilievo durante le due recenti tornate elettorali, nonostante i timori della vigilia, dalla partecipazione e dall’emozione del popolo tunisino chiamato in causa per la prima volta per scrivere la storia esprimendo il proprio consenso dopo avere trovato infine degli esponenti politici in grado di coesistere, malgrado le differenze ideologiche, di scrivere la Costituzione e di indire elezioni libere.
Che la storia possa seguire da adesso il suo tragitto democratico e nonviolento