Il sindaco di New York Bill de Blasio, in una dichiarazione resa alla catena televisiva ABC, ha attribuito questa domenica a “secoli di razzismo” nel suo paese i recenti omicidi impuniti di uomini neri per mano di poliziotti bianchi, che hanno commosso e indignato la società americana.
“Il problema è ampio e dobbiamo parlare con franchezza delle dinamiche razziali della nostra storia”, ha dichiarato De Blasio. “La polizia serve a proteggerci; nonostante ci siano problemi da decenni, c’è una storia secolare di razzismo che spiega questa realtà”.
Il politico del Partito Democratico si è mostrato tuttavia ottimista riguardo alla possibilità di porre rimedio alle tensioni razziali che attraversano la società statunitense, affermando che “a New York una nuova formazione per l’insieme della polizia farà la differenza”.
De Blasio, che è bianco, è stato criticato da un sindacato di polizia dopo aver ammesso durante una conferenza stampa mercoledì scorso i suoi timori per la sicurezza del figlio Dante, mulatto, davanti ai “pericoli” di incontri con agenti delle forze dell’ordine.
Il sindaco si è visto obbligato a sottolineare la differenza tra la situazione dei giovani bianchi e quella dei giovani neri nel suo paese per giustificare le istruzioni date al figlio, per esempio non cercare di tirar fuori il telefono cellulare di fronte a un agente di polizia, gesto che “ha un maggior rischio di fraintendimento se lo compie un giovane di colore”.
Da quando, mercoledì scorso, un Gran Giurì ha deciso di non incriminare l’agente bianco Daniel Pantaleo per aver ucciso asfissiandolo il nero Eric Garner a Staten Island, a New York e in altre città degli Stati Uniti si succedono le manifestazioni di protesta.
Giovedì scorso il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha chiesto alla polizia americana di ascoltare le richieste popolari e di assumersi la responsabilità degli omicidi legati alla discriminazione razziale
Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo