Intervento di Stefano Colonna alla sessione americana del IV Simposio del Centro Mondiale di Studi Umanisti, Santiago del Cile, 30 ottobre 2014

 

A nome dell’equipe mondiale della Corrente Pedagogica Umanista Universalista COPEHU[1] ringrazio gli organizzatori per averci invitato a questo ispiratore incontro mondiale.

 

Da un punto di vista sociale, nell’educazione osserviamo un incremento concomitante di movimenti e nuove tendenze pedagogiche che cercano e propongono risposte in questo campo dello sviluppo umano. Cercano e propongono risposte dato che le istituzioni educative tradizionali non riescono a rispondere alle vere necessità dell’essere umano e, oggigiorno, mantengono un’intollerabile dualità: coltivare la diversità e l’umanità, versus omogeneizzazione culturale e del sapere; l’educazione come un diritto, versus l’educazione come affare redditizio al servizio di interessi specifici; la conoscenza come patrimonio dell’umanità, versus apprendimenti strumentali scollegati tra loro. Questi movimenti sono molto attivi e si propongono educare, formare e –in un senso più elevato cercano di abilitare[2] le Nuove Generazioni per vivere e costruire un mondo amato e anelato; un mondo nel quale già è evidente l’alba di un nuovo orizzonte umano e spirituale.

La nostra esposizione s’ispira nelle Nuove Generazioni che si stanno formando in questo paesaggio mondializzato e interconnesso che vanno in cammino verso la Nazione Umana Universale. È la prima civiltà planetaria della storia umana. È verso questo essere umano del presente, già quasi futuro, che si dirige il nostro lavoro come investigatori e educatori: è la speranza dei tempi venturi, è un sussurro all’udito, una ricerca interna ispiratrice e rinnovatrice che abilita un cammino nel quale intuiamo la missione verso la crescente umanizzazione.

Queste poche riflessioni sull’educazione non avranno l’affanno della persuasione. Solo vi chiediamo una certa disposizione a comprendere, a ispirarsi e chissà una certa disposizione a sorprendersi, affinché sia la stessa fenomenologia dell’apprendere a lasciare lo spazio per una nuova comprensione.

A tal fine v’invitiamo a considerare le riflessioni dell’ermeneutica moderna che superò al predominio positivista e che ha aperto le porte a un’ermeneutica dell’investigazione educativa; così come v’invitiamo a considerare la concezione dell’Autopoiesi sviluppata dal biologo ed epistemologo cileno H. Maturana[3] che ha dato luogo un nuovo punto di partenza a livello accademico. Allo stesso modo v’invitiamo a mettere attenzione alla concezione di Silo riguardo l’intenzionalità della coscienza come motore di cambiamenti rivoluzionari; e la sua rinfrescante definizione dell’essere umano quando afferma: “L’uomo è l’essere storico il cui modo di azione sociale trasforma la propria natura.”[4]

In CoPeHU – Corrente Pedagogica Umanista Universalista, lavoriamo come un movimento pedagogico per le Nuove Generazioni per costruire un nuovo paradigma educativo e costituiamo le basi della nostra azione nella Corrente di pensiero del Nuovo Umanesimo Universalista fondato da Silo e nel suo Messaggio spirituale.

In vista di un nuovo paradigma, ci troviamo di fronte alla necessità di superare le nostre pre-comprensioni, orientati verso una nuova visione dell’essere umano: è la possibilità di un intendimento illuminante, la implesion[5] della comprensione. Basato in questo fenomeno della coscienza, nel quale si manifesta “l’Esperienza” di comprensione profonda e dei registri di significato ad essa relazionati, sorge la nostra proposta educativa e la funzione sociale che di essa concepiamo e proponiamo. Non ci dirigiamo a degli apprendimenti quantitativi bensì al fenomeno dell’imparare in sé; il momento in cui “avverto che imparo”, affinché in questo modo si possa sviluppare gusto e interesse verso quello stesso registro dall’imparare. Consideriamo allora importante, una pedagogia che comprendendo da dentro questi processi, aiuti allo sviluppo del pensare coerente, favorendo la capacità di relazione coerente dell’informazione, innanzi che l’accumulazione diversificante di dati frammentati.

Quando parliamo di un’educazione umanizzatrice, non ci riferiamo solo all’atto di trattare in modo più umano e affettivo i bambini, che –senza ombra di dubbio-, è molto importante. Ci riferiamo piuttosto a una direzione, una concezione abilitatrice delle nuove generazioni nell’esercizio di una visione plurale, non ingenua e attiva della realtà; di modo che il loro sguardo possa considerare il mondo non come una presunta realtà obiettiva in sé, bensì come un ente di trasformazione sul quale l’essere umano applica la propria azione, trasformandolo e umanizzandolo[6].

Questa visione ci porta a considerare ogni essere umano come portatore di una missione irripetibile e intrasferibile verso l’umanizzazione del mondo. Uno sguardo nel quale emergono il tempo futuro e il divenire delle Nuove Generazioni verso l’intenzionalità.

Nella concezione della CoPeHU il tempo dell’apprendimento abbraccia tutto il passaggio di un essere umano per questo piano d’esistenza; dalla sua nascita fino alla sua partenza, e chissà verso un piano di evoluzione più elevato. Consideriamo il fenomeno umano in una dinamica in spirale che procede dalla cosa più semplice verso la più complessa, cioè dalla configurazione del paesaggio di formazione, allo sviluppo sessuale e le domande esistenziali sulla morte, la trascendenza e il senso della vita; la partecipazione sociale, l’autoregolazione comportamentale; l’interesse e la vocazione; la tappa del pensare relazionante e l’incontro con la coscienza ispirata; il rivelarsi della Missione. Da lì in poi rimaniamo abilitati per imparare senza limite come forma d’esistenza legata al Senso trascendente della vita.

In questa visione attiva della coscienza e del soggetto d’apprendimento è chiave: l’ambito che la società va disponendo per facilitare l’apprendimento, la rivelazione e la realizzazione della missione; garantire il libero accesso all’informazione accumulata dalla civiltà umana; l’impegno esplicito con la Non Violenza Attiva; lo sviluppo integrale attraverso l’armonizzazione dei Centri di risposta (centro vegetativo, motorio, emotivo e intellettuale, cioè “pensare, sentire e agire nella stessa direzione”); una spiritualità che è in sintonia con la sensibilità libertaria delle Nuove Generazioni e si riconosce nel Messaggio di Silo.

Nella COPEHU applichiamo le cinque chiavi dell’apprendimento intenzionale[7] che sono: l’attenzione, il buon umore, l’ambiente, l’affettività e il dialogo intergenerazionale; esse operano come facilitatori affinché “il nuovo” occupi l’adeguato spazio nella persona.

Attualmente stiamo convalidando la proposta in una scuola pubblica del Perù e in differenti Parchi di Studio e Riflessione del mondo. In queste esperienze si è potuto constatare che secondo l’ambito fisico e mentale che si generi, sarà possibile il dispiegamento dell’intenzionalità e di tutto il meglio di cui è dotato l’essere umano.

In sintesi: l’ipotesi su cui lavora la COPEHU è che il contatto col mondo interno e la meditazione come forma di autoconoscenza, come forma di autoapprendimento e di interiorizzazione, consentirà connettere con la missione trasformatrice di ogni essere umano, di superare il determinismo e acquisire quindi Senso e libertà.

Molte grazie.

[1] La COPEHU (Corrente Pedagogica Umanista Universalista) è un movimento pedagogico che lavora per la costruzione di un nuovo paradigma educativo basato sulla Corrente di Pensiero del Nuovo Umanesimo Universalista fondato da Silo (Mario Luis Rodríguez Cobos, 1938-2010). Sorge agli inizi del 2011 con la necessità di dare una risposta superatrice nell’ambito educativo a fronte della disumanizzazione e della violenza crescente del sistema attuale. Questa proposta educativa che sorge in America latina, attualmente si è diffusa in Europa e in differenti regioni del mondo. È formata da un’equipe di educatori che agiscono in scuole, centri culturali, istituti, università e organismi pubblici lavorando per la costruzione di un’Educazione Umanizzatrice. Leggere: Aportes para una teoría y Práctica del Aprendizaje Intencional -en un contexto latinoamericano, (A. Novotny, M. E. Pirolo, R. De Angelis, H. Novotny, Parques de Estudio y Reflexión “Carcarañá” – Santa Fé – Argentina y Parque de Estudio y Reflexión “Caucaia” – Caucaia – Brasil http://goo.gl/cBNhWi)

[2] “Per questo credo che educare consista principalmente nel rendere le nuove generazioni capaci di una visione non ingenua della realtà, nel senso che il loro sguardo consideri il mondo non come una presunta realtà obiettiva in sé, ma come un oggetto di trasformazione sul quale l’essere umano applica la propria azione.”. (Silo, Umanizzare la Terra, ed. Multimage 1989)

[3] Il ricercatore sostiene che gli umani sono esseri in cui biologia e la cultura sono “autopoietiche”: “Gli esseri viventi sono sistemi di dinamiche cicliche, chiuse in se stesse, come le reti di auto-produzione degli elementi molecolari che le costituiscono“. Se gli esseri vivi sono sistemi ciclici chiusi che si auto-producono, allo stesso modo lo è il sistema nervoso, che cos’è che ci fa capire le cose? Che cosa fa che la gente possa convivere? Secondo la logica maturaniana, la coesistenza data nel “linguaggiare” tra gli esseri umani è la chiave per capire come l’esperienza sia ciò che ci dirige in vita a seconda delle circostanze. Per Maturana la chiave è l’azione del linguaggio e dell’interazione, cioè, la convivenza che avviene negli esseri umani nel linguaggio. E siccome è un’azione, non un insieme simbolico, il biologo preferisce parlare di linguaggiare. (H. Maturana, Il senso di umanità. Dolmen, Santiago del Cile, 1996)

[4] Definire l’uomo sulla base della socialità mi risulta insoddisfacente in quanto questo aspetto è comune a numerose specie animali; né la sua caratteristica fondamentale può essere trovata nella capacità lavorativa perché esistono animali che possiedono questa capacità a un livello molto superiore; né a definire l’essenza umana basta il linguaggio, perché sappiamo che in varie specie animali esistono codici e forme di comunicazione. In cambio, nel fatto che ogni nuovo essere umano trova un mondo modificato da altri e viene costituito da un mondo sempre dotato di intenzioni, scopro la capacità più propriamente umana di accumulare e incorporare la dimensione temporale; scopro cioè la dimensione storico-sociale e non semplicemente sociale dell’essere umano. Date queste premesse, tenterò una definizione. Questa: “L’uomo è un essere storico che trasforma la propria natura attraverso l’attività sociale.”. (Silo, Opere Complete Vol.1, Ed. Multimage 2000)

[5]La coscienza prefigura e ricorda, ma nel momento della implesion lavora al presente. Quando si è alla ricerca di un ricordo, l’oggetto evocato, quando appare, “si rende presente”; finché ciò non accade, la coscienza non ha completato il suo atto”, Struttura della Coscienza, Appunti di Psicologia di Silo, Multimage, 2008.

[6] Aguilar M., Bize R. Pedagogía de la Intencionalidad, Homo Sapiens, Rosario, 2011, p.129.

 

[7] Ibídem, p.140.

 

Stefano Colonna

Traduzione dall’oriignale spagnolo dell’Autore stesso