Un nuovo panorama per l’infrastruttura informatica in America Latina: è questa la proposta di Julian Assange, l’hacker, attivista e giornalista australiano fondatore di Wikileaks.
Durante il primo Encuentro Nacional de Gobernanza en Internet, che si è svolto nei giorni scorsi nel Centro Internacional de Estudios Superiores para América Latina (CIESPAL) a Quito, Ecuador, Assange ha assicurato attraverso una videoconferenza che il futuro della rete è in America Latina.
Il continente deve però appropriarsi delle sue attività in Internet, giacché circa il 95% dei dati generati nella regione passa da server statunitensi, il che a suo parere rappresenta un rischio per la sicurezza e per la privacy.
Un altro punto fondamentale secondo Assange è l’organizzazione política: l’UNASUR costituisce un’enorme opportunità perché l’insieme del Sudamerica investa nel rafforzamento della sua infrastruttura in materia di Internet, cosa che potrebbe portare a un cambiamento delle regole del gioco.
Servizi più numerosi e migliori per il Sudamerica, per esempio un mezzo alternativo al gigante Google, che già si rende conto del potenziale dei mercati emergenti della regione, si tradurrebbero secondo Assange in meno spionaggio e pertanto in una maggiore sovranità. Il fondatore di Wikileaks ha anche citato esempi di buona gestione politica di Internet, come l’Islanda, secondo il sito www.freedomhouse.org il paese dove la rete gode della maggiore libertà e privacy in tutto il pianeta.
Assange ha concluso il suo intervento ricordando l’importanza per le nazioni di proteggere i propri dati dai servizi di spionaggio. Gli Stati Uniti, ha detto, intercettano il 98% delle comunicazioni del mondo.
Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo