Il degrado dei quartieri popolari della città e il problema dell’alloggio come delle occupazioni abusive non possono essere affrontate con prove di forza e di ordine pubblico, che non risolvendo il problema aggravano la situazione. Vi sono oggi diritti negati nella nostra città. Il primo è quello della casa a fronte di innumerevoli alloggi privati e pubblici sfitti e liste di attesa inconcepibili. Il secondo è quello dei cittadini dei quartieri popolari di vivere in case dignitose e dove non prevalga lo spadroneggiare di racket, malavita organizzata e prepotenza.
Bisogna essere consapevoli che vengono al nodo anni di abbandono e non investimenti sui quartieri popolari della nostra città. Una responsabilità principalmente del governo e della Regione Lombardia e di chi ha governato il Comune di Milano nei decenni scorsi.
Ora più che usare la forza muscolare sulle occupazioni abusive va gestita la realtà, distinguendo i veri abusi dalla morosità incolpevole, le vittime dei racket e chi occupa per necessità e disperazione. Distinguere per reprimere gli approfittatori dei racket e salvaguardare le famiglie bisognose è l’unica strada.
Chiediamo all’Amministrazione Comunale, che ha intrapreso di recente una politica di gestione autonoma delle proprie case comunali, di avviare un tavolo di confronto con le organizzazioni degli inquilini e comitati, per una strategia comune che metta al centro la necessità di riconsegnare ai ceti popolari il diritto alla casa e di sottrarre questo diritto al racket, che approfittando di una reale necessità prospera proprio sull’abusivismo e la fragilità sociale.