Come organizzazione transnazionale parte di una più ampia coalizione formatasi a sostegno della costituzione di un forte intergruppo sulla lotta al razzismo e diversità (ARDI – Anti-racism and Diversity Intergroup) per l’ottava legislatura del Parlamento europeo (2014 – 2019), attribuiamo la massima importanza alle iniziative volte a inserire il tema dell’uguaglianza razziale in tutti i livelli dell’attività legislativa e di indirizzo politico politica dell’Unione europea, così come a quelle volte a rafforzare la partecipazione della società civile nel suo insieme nei processi decisionali che possano contribuire a prevenire e combattere qualsiasi forma di discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza e a garantire a ciascuno il diritto all’eguaglianza.
Profondamente consapevoli dei pericoli insiti nella crescente popolarità dei partiti di destra ed estremisti e dell’insicurezza mostrata dai cittadini europei che si dichiarano, come rivelato dalle indagini internazionali più recenti, sempre più ricettivi alla retorica xenofoba, al razzismo e al populismo e, al fine di intensificare i propri sforzi per conseguire una maggiore efficacia su questi temi rilevanti per la stessa integrità del progetto europeo, oltre 100 organizzazioni della società civile con sedi in tutti i paesi europei hanno lanciato un appello per la costituzione di un forte intergruppo sull’antirazzismo e diversità che possa essere costituito entro la fine del 2014 all’interno del Parlamento europeo. È, infatti, essenziale garantire che l’impegno delle istituzioni europee per combattere le discriminazioni e la violenza di matrice razzista sia cima all’agenda politica, e questo può avvenire attraverso la costituzione di un forte intergruppo sull’antirazzismo che sia in grado di dotarsi di un programma completo contro le discriminazioni e congiuntamente reagire prontamente ai casi di incitamento all’odio razziale a livello europeo. Come già evidenziato nel 2011 dal rapporto del Consiglio d’Europa “Vivere insieme. Conciliare diversità e libertà nell’Europa del XXI secolo”[1], l’affermazione in molti paesi europei di numerosi partiti antieuropei di estrema destra contraddistinti da una retorica anti-immigrazione e xenofoba contribuisce, nell’opinione pubblica, a fornire una legittimità ai comportamenti razzisti e a favorirne la diffusione, oltre a minacciare valori fondamentali europei quali dignità, solidarietà e uguaglianza. Un ampio supporto per la costituzione dell’intergruppo sull’antirazzismo e la diversità è, dunque, più urgente e necessario che mai, soprattutto in vista del voto decisivo sulla priorità di questi organi e sulle varie proposte presentate nell’ambito del lavoro dei sette gruppi politici del Parlamento europeo che riuniscono i deputati eletti nei singoli Paesi in programma per il prossimo mercoledì 26 novembre a Strasburgo.
I parlamentari europei affiancano il lavoro quotidiano che si svolge all’interno dei gruppi politici, delle commissioni parlamentari ufficiali, delle delegazioni o in plenaria, aderendo e poi riunendosi in maniera più informale in gruppi di lavoro, chiamati “intergruppi” e concepiti con l’obiettivo di riunire in maniera trasversale rappresentanti di tutto lo spettro politico insieme a rappresentanti della società civile, delle ONG, del settore privato e a tutti coloro che si ritengono accomunati dalla sensibilità verso un determinato tema o problema di interesse collettivo. Per questa ragione gli intergruppi sono conosciuti come “gruppi non ufficiali” pur essendo prevista sin dal 1999 una procedura specifica supportata da un apposito regolamento al quale attenersi per le proposte da presentare intorno a tali temi di interesse comune con il fine di promuovere scambi informali di opinioni, ma pubblicamente riconosciuti, tra i deputati e la società civile nel corso dell’intera legislatura. Si tratta, dunque di una piattaforma importante e in costante evoluzione per la consultazione tra i membri del Parlamento europeo e i vari gruppi di interesse, le organizzazioni della società civile e i movimenti sociali transnazionali.
Nel corso della settima legislatura, il Parlamento europeo ha visto all’opera 27 intergruppi formalmente registrati. Il più grande di tutti è stato quello dedicato alla tutela dei diritti LGBT (persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender ) che ha concluso il mandato nel 2014 contando sull’adesione e partecipazione attiva di 174 eurodeputati, provenienti da 25 Stati membri dell’Unione europea appartenenti a sei diversi gruppi politici. Il funzionamento dell’intergruppo LGBT negli ultimi 5 anni ha dimostrato come un organo, seppur informale, di questo tipo possa rivelarsi un potente alleato per le campagne e le iniziative della società civile, amplificando la loro voce e potenziandone l’impatto, costituendo al tempo stesso un forum stabile per gli eurodeputati interessati a lavorare su un tema di interesse comune. La creazione di un intergruppo può essere letta, in questo senso, come un “servizio di interesse generale” a disposizione di tutte le organizzazioni della società civile e coalizioni impegnate nel miglioramento delle politiche promosse a livello europeo.
Gli eurodeputati interessati a dichiarare il loro sostegno per la costituzione dell’intergruppo sulla lotta al razzismo e diversità (ARDI – Anti-racism and Diversity Intergroup) possono ancora manifestare tale intenzione scrivendo all’europarlamentare Cécile Kashetu Kyenge all’indirizzo: kashetu.kyenge@europarl.europa.eu
Anna Lodeserto
Migration, Mobility and Citizenship Initiative
Bridging Europe – Citizens for Europe – European Alternatives
[1] Report of the Group of Eminent Persons of the Council of Europe on “Living Together – Combining diversity and freedom in 21st century Europe”. Strasburgo, Francia, 2011.