Intervento del Direttore Generale della FAO alla Conferenza Euro- mediterranea sull’agricoltura di Palermo
Roma, 28 novembre 2014 – Se i paesi del Mediterraneo vogliono arginare la marea di migrazione forzata e la sofferenza umana ad essa connessa, dovrebbero mettere lo sviluppo agricolo, alimentare e rurale al centro della cooperazione nella regione, ha affermato il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva, nel suo intervento alla Conferenza euro-mediterranea per l’agricoltura, in corso in questi giorni a Palermo.
Il Direttore Generale della FAO ha sottolineato lo stretto rapporto tra agricoltura e migrazione, e l’importanza di investire nello sviluppo rurale.
“Abbiamo bisogno di trovare alternative per incrementare gli incentivi per i giovani ad impegnarsi in attività rurali, in agricoltura, nell’allevamento del bestiame, nella pesca e nell’acquacoltura nei propri paesi e comunità”, ha proseguito Graziano da Silva.
Opportunità per giovani delle aree rurali
Aumentare l’agro-imprenditorialità e le opportunità occupazionali per i giovani delle aree rurali deve essere al centro delle strategie per combattere la povertà e promuovere lo sviluppo, ha proseguito Graziano da Silva, riferendosi alla gioventù rurale come al futuro del settore agricolo, in particolare nei paesi del Mediterraneo meridionale e orientale.
La migrazione giovanile – in particolare di giovani uomini – lascia alle spalle strutture comunitarie sbilenche che hanno anche posto un onere sproporzionato sulle donne che rimangono a prendersi cura dei bambini e degli anziani.
La creazione di opportunità per i giovani in agricoltura e nelle attività agro-alimentari, che siano significative e inclusive, non solo avrà un impatto sulle loro vite, ma migliorerà in modo sostanziale i mezzi di sussistenza delle loro comunità rurali, le economie e la resilienza dei loro paesi d’origine, della regione e del mondo, ha proseguito il Direttore Generale della FAO.
Nei programmi di cooperazione regionale particolare attenzione deve essere inoltre posta al cambiamento climatico, al degrado ambientale, e alla scarsità di terra e acqua.
La solidarietà
“La migrazione forzata è il corollario di paura, disperazione e fame”, ha detto Graziano da Silva, che ha parlato di un peggioramento della crisi con un raddoppio del numero di posti di frontiera informali verso l’Europa, l’85 per cento dei quali si verificano attraverso il Mediterraneo.
Riferendosi al naufragio dello scorso anno al largo dell’isola di Lampedusa, che costò la vita a diverse centinaia di migranti, Graziano da Silva ha fatto riferimento al recente appello del Papa sulla necessità di evitare che il Mediterraneo diventi un grande cimitero.
Per affrontare la migrazione di massa occorre affrontarne le cause profonde, tra queste le guerre, i conflitti etnici e la povertà estrema, ha continuato Graziano che ha sollecitato una cooperazione basata sulla solidarietà.
“Le porte spesso si chiudono in tempi di crisi. La solidarietà ci aiuta ad aprire le serrature e a lavorare insieme per uno sviluppo inclusivo e sostenibile”.
Iniziative di cooperazione
Il Direttore Generale della FAO ha evidenziato tre iniziative regionali alle quali la FAO partecipa per rafforzare la cooperazione tra i paesi del Mediterraneo: il Network d’informazione sui mercati agricoli del Mediterraneo, che fornisce informazioni affidabili e aggiornate sui prezzi e sugli stock dei prodotti agricoli più importanti. Il Network sulla salute animale nel Mediterraneo, istituito dalla FAO e dall’Organizzazione mondiale di salute animale, che lavora con 13 paesi per il controllo delle malattie animali transfrontaliere, ed il Network FAO-CIHEAM per i piccoli ruminanti che mira a migliorare la cooperazione tra scienziati, responsabili politici e organizzazioni di produttori nel Mediterraneo.
La cooperazione per incrementare gli investimenti nello sviluppo rurale ed offrire opportunità per i giovani non aumenta solo la capacità delle comunità e della regione di fare fronte alle crisi, ma: “sono convinto che aiuterà anche a rigenerare la forza della solidarietà nel nostro tempo”, ha concluso Graziano da Silva.