I sopravissuti al tifone Haiyan, che ha colpito le Filippine l’8 novembre 2013, fanno i conti con una situazione di estrema povertà: solo il 21% delle abitazioni danneggiate sono state ricostruite; due milioni di persone vivono nella “no build zone”, a circa 40 metri dal litorale e pericolosamente esposti al rischio di ulteriori tifoni. Nell’isola di Malalison, una barca-ambulanza ha cambiato la vita degli abitanti.
Un anno dopo il tifone che ha colpito le Filippine, mettendo in ginocchio una popolazione già povera e vulnerabile, solo il 21% delle abitazioni è stato ricostruito interamente: 3.500 persone continuano a vivere in tende e alloggi di fortuna e sono molte le famiglie che vivono in condizioni di insicurezza alimentare e condizioni economiche incerte. E’ quanto emerge dal rapporto di ActionAid “La risposta all’emergenza nelle Filippine, un anno dopo il tifone Haiyan”: nonostante il Governo abbia approvato lo stanziamento di 3.948 miliardi di dollari per la ricostruzione, finora le risorse effettivamente messe a disposizione sono solo 884 milioni. Più di 2 milioni di persone vivono nella “no build zone“ (NBZ), una striscia di terra a circa 40 metri dal litorale, pericolosamente esposta al rischio di ulteriori tifoni. Tra i timori delle comunità di pescatori c’è la paura di essere allontanati dai propri villaggi, per andare a vivere altrove e di essere trasferiti in aree lontane dal mare, unica fonte di sussistenza: le autorità governative infatti non hanno informato adeguatamente le comunità sui luoghi dove verranno trasferiti.
Ad un anno dal tifone, ActionAid, che è intervenuta fin dai primi giorni per affrontare le fasi iniziali dell’emergenza e distribuire beni di prima necessità, sta ora cercando di mediare e di riportare al Governo le preoccupazioni delle comunità affinché si ricostruiscano abitazioni più sicure e in zone non troppo lontane dai luoghi dove hanno sempre abitato. ActionAid conduce attività di advocacy sulle istituzioni ad ogni livello, per una ricostruzione all’insegna della trasparenza e della responsabilità: l’organizzazione ha richiesto alle autorità locali di assicurare la partecipazione delle comunità alle decisioni che riguardano la loro vita, e il loro trasferimento in aree più sicure. E di coinvolgere tutta la popolazione nelle procedure di emergenza in caso di future catastrofi naturali.
Un anno fa il tifone si abbatteva sulle Filippine, devastando 9 regioni e stravolgendo la vita di oltre 14 milioni di persone. Un bilancio catastrofico: più di un milione di case danneggiate o distrutte, 6.201 vittime, 1.785 le persone disperse. Quattro milioni di persone hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni e molte proprietà agricole sono andate distrutte: quasi 6 milioni di abitanti sono rimasti senza alcuna entrata economica, senza nemmeno le risorse per ricostruire un tetto sulle loro teste. Nei primi 10 giorni di massima emergenza, ActionAid, ha identificato 7 partner locali e distribuito beni di prima necessità come generi alimentari e acqua, ma anche kit igienici contenenti assorbenti, sapone e kit di riparazione per costruire i primi rifugi, in 82 villaggi delle cinque province più colpite, Eastern Samar, Western Samar, Leyte, Cebu, Antique e Iloilo.
Nell’isola di Malalison, una barca-ambulanza ha cambiato la vita di molte famiglie. Malalison è circondata da acque termali e meravigliose spiagge di sabbia finissima; dista 15 minuti di barca dalla città principale di Culasi, nella provincia di Antique (nella Regione del Visayas Occidentale). Un’isola meravigliosa, dove però le comunità, anche prima del tifone, vivevano in condizioni di povertà. Haiyan ha evidenziato le carenze strutturali dell’isola, e prima fra tutte la mancanza di servizi sanitari di base e l’impossibilità, per gli abitanti, di pagare il trasporto in barca (2000 pesos a tratta, circa 45 dollari) per raggiungere l’ospedale sulla terraferma. Subito dopo l’emergenza, ActionAid e l’associazione locale WeDPro hanno chiesto alle donne dell’isola (il 52% della popolazione) di evidenziare bisogni e necessità: le donne hanno chiesto una barca-ambulanza, un mezzo nautico da utilizzare durante le emergenze e i disastri ambientali
Oggi la barca-ambulanza, che ha in dotazione bombole di ossigeno, una barella, un kit di pronto soccorso e un estintore, è operativa h24 per qualsiasi emergenza, ed è anche al servizio delle isole circostanti; l’associazione WeDPro organizzerà corsi di formazione ai leader della comunità su come utilizzare l’equipaggiamento in dotazione e corsi di pronto soccorso.
Girlie, alla sua quinta gravidanza, è stata la prima paziente dell’ambulanza; durante il travaglio la barca-ambulanza le ha permesso di arrivare in ospedale, dove ha partorito. “La barca ambulanza è davvero di aiuto qui a Malalison, infatti mia madre è stata la seconda paziente, ha avuto un attacco di cuore, è caduta in terra e ha cominciato a sanguinare dalla fronte; grazie alla barca siamo riusciti a portarla in ospedale sulla terraferma”.
Per rispondere all’emergenza nelle Filippine, ActionAid ha sviluppato una strategia d’azione triennale che mira a supportare la riabilitazione della popolazione filippina con un programma basato su tre temi chiave: promozione di una politica efficace per la gestione delle catastrofi e per la riduzione dei rischi; lotta alla violenza contro le donne con azioni di advocacy per promuovere nelle comunità sistemi di protezione dei diritti delle donne durante le catastrofi; attività che intendono integrare gli sforzi di ricostruzione del governo, con una maggiore partecipazione delle comunità più vulnerabili ai processi decisionali.
Fonte Comunicato stampa ActionAid