Si è conclusa da poche ore la Marcia della Pace Perugia-Assisi dal tema “Cento anni di guerre bastano”. Centomila i presenti, tantissimi i giovani, le istituzioni, i parlamentari e i politici umbri, tra cui il sindaco della città Andrea Romizi, la presidente della Regione Catiuscia Marini e la vice presidente della Camera Marina Sereni, ma anche rappresentanti politici di altre regioni e di altri paesi del mondo.

La partenza è stata scandita dal suono di cento esplosioni diffuso dagli altoparlanti. «Cento colpi che scandiscono cento anni di guerre e tante stragi che anche oggi ci sono nel mondo. Siamo qui perché non vogliamo più vedere vittime», ha detto l’organizzatore della Marcia della Pace, Flavio Lotti.

Tantissime le bandiere della pace e non sono mancate bandiere della Palestina: il “popolo della pace” si dimostra, ora come non mai, al fianco dei palestinesi, che da quasi 70 anni vivono una condizione di violenza, oppressione e umiliazione.

 

In prima linea anche la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini che ha commentato: «Questo è un popolo bellissimo, ed è come stare in quella parte d’Italia che crede nella fratellanza, nella pace, che dice “no” alla guerra, e anche “no” alla guerra in nome di Dio». Per la Presidente la parola pace significa anche “no” alla strumetalizzazione, inaccettabile, contro la quale tutti quanti dobbiamo schierarci. «I primi ad essere colpiti da questo utilizzo strumentale di Dio sono i fedeli musulmani, guardati in cagnesco da chi vede in loro potenziali terroristi», ha dichiarato la Boldrini, che ha ribadito che la pace è un valore importante, un valore che dobbiamo ricordare oggi più che mai, perché i venti di guerra soffiano intorno a noi e vediamo le conseguenze della guerra tutti i giorni sulle nostre coste, a cui approdano persone che per fuggire dalle guerre rischiano la vita tutti i giorni. «Sono le vittime del terrorismo, del fanatismo e della violenza», ha concluso.

Presente anche Don Luigi Ciotti, il cui passaggio è stato accolto da un grande applauso: «La pace e la speranza – ha detto – hanno bisogno di noi. Prima di riformare il Paese bisogna riformare le nostre coscienze».