Il progetto congiunto della FAO, IFAD e PAM dal nome “Iniziative per ridurre lo spreco di cibo da parte dei piccoli proprietari nelle aree caratterizzate da un deficit alimentare” ha lo scopo di migliorare la sicurezza alimentare e il profitto attraverso la riduzione delle perdite di cibo nei raccolti di cereali ed attivare la catena del valore. Foto: FAO/Alessandra Benedetti.
Il mondo spreca una quantità di cibo tale da poter sfamare all’incirca due miliardi di persone, è quanto, il 24 ottobre 2014, hanno annunciato le Nazioni Unite in occasione del varo, da parte delle tre agenzie alimentari con sede a Roma, di una piattaforma digitale designata per affrontare il problema emergente dello “spreco alimentare”.
Il nuovo programma online, denominato Global Community of Practice (CoP) on Food Loss Reduction (Comunità globale sulla riduzione dello spreco alimentare), è stato lanciato dall’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), dal Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD) e dal Programma Alimentare Mondiale (PAM) con l’obbiettivo di diventare “un punto di riferimento mondiale” al fine di facilitare la condivisione delle informazioni tra i vari partecipanti, tra cui le entità pubbliche, le società civili e il settore privato.
Risparmiare cibo è di vitale importanza
Tutto ciò permetterà, inoltre, ai partecipanti di attingere a notizie ed eventi rilevanti ed accedere a biblioteche e database online così come a network e scambi online.
Durante una conferenza stampa per l’inaugurazione del progetto, Maria Helena Semedo, Vice Direttore della FAO per le Risorse Naturali, ha evidenziato che risparmiare cibo è di vitale importanza dal momento in cui al giorno d’oggi più di 800 milioni di persone continuano a soffrire la fame.
“Risparmiando cibo, si risparmiano le risorse utilizzate per produrlo. Ridurre gli sprechi e le perdite senza crearne di nuovi dovrebbe essere una priorità per tutti”, afferma la Semedo.
Infatti, secondo le stime delle Nazioni Unite, all’incirca il 30% della produzione alimentare mondiale, di cui il 40-50% di tuberi, frutta e verdure, il 20% di sostanze oleose, carne e latticini e il 35% di pesce, viene perso o sprecato, per un ammontare di 1,3 miliardi di tonnellate – oppure una quantità tale da sfamare all’incirca 2 miliardi di persone.
Un terzo della quantità di cibo prodotto in tutto il mondo viene perso o sprecato. FAO
I tentativi mondiali di ridurre i tassi “inaccettabilmente alti” dello spreco alimentare devono anche essere olistici, aggiunge Michel Mordasini, vice presidente dell’IFAD, analizzando il ruolo dei piccoli agricoltori i quali, sostiene, sono “i più vulnerabili”.
Da questo punto di vista, l’iniziativa del PAM per ridurre lo spreco dopo il raccolto, attualmente, include 16.000 famiglie di piccoli agricoltori, con l’obbiettivo di ridurre gli sprechi in questa fase del 70% tra i piccoli agricoltori partecipanti.
“Le soluzioni tecniche disponibili devono ancora divenire accessibili e disponibili per queste comunità agricole” continua Mordasini. “Pertanto, sono incoraggiato dal fatto che la Global Community of Practice comprenderà ed attingerà alle conoscenze degli agricoltori e dei praticanti, ma anche dei ricercatori, delle agenzie di sviluppo e delle autorità politiche”.
Fonte: UN
Traduzione dall’inglese di Francesca Vanessa Ranieri