Giovedì 2 ottobre 2014 ore 20,30

Casa per la Pace, via Marco d’Agrate 11, Milano

La nonviolenza spesso viene percepita come qualcosa di utopico, di slegato dal quotidiano.
Con la seconda edizione del Festival della Nonviolenza vogliamo mettere in evidenza che così non è.

Interverranno:

  • Annamaria Manzoni – Il legame tra la violenza sugli animali e quella sugli umani: una civiltà dell’empatia è possibile?
  • Laura Cima – Una risposta femminile alla crisi del potere
  • Fabrizio Cianci – La fine della città. Tra spazio dei flussi e spazio dei luoghi, immagini e immaginari.

La nostra ricerca parte da un’indagine sugli ecosistemi sociali e sull’analisi dei rapporti di disequilibrio tra pochi che governano le decisioni e i molti che le subiscono.

Il festival si articolerà in due serate: la prima serata si svolgerà il 2 Ottobre a Milano con una conferenza dedicata a ricomporre la frattura tra diversi movimenti minoritari.

Parleremo di questione animale e di quanto la violenza che la pervade sia legata alla violenza sugli umani.
Parleremo di questione femminile e di crisi del potere maschile, delle alternative in atto e in potenza.
Parleremo degli spazi urbani, quotidiani, e della frattura tra il centro e le periferie.

E ne parleremo per rinsaldare questi tasselli, legati dal desiderio comune di dare voce e diritti agli esclusi: nel pensiero, nelle scelte, negli spazi.

I pochi privilegiati hanno interesse a mantenere questo disequilibrio, attribuendogli valori intrinseci di “normalità” e facendo leva sulla propensione alla rassegnazione.

Questo si traduce anche nell’atomizzazione di tutti i movimenti degli esclusi, ognuno focalizzato sui propri obiettivi, contro cui il potente antropocentrismo patriarcale ha gioco facile, regolandone il dissenso attraverso il potere e la divisione.

Noi vogliamo dare una spallata a quel centro, mostrando la fragilità di un sovrano misero e nudo, e nel farlo costruire assieme una nuova prospettiva, un linguaggio comune, tra le tante minoranze etiche.

Vogliamo costruire un alveo ampio e possente dove ricomporre l’unità degli esclusi.

Solleveremo domande, ma ipotizzeremo anche risposte e proposte e costruiremo – assieme a chi vorrà unirsi a noi – un grande ma semplice progetto associativo, sulle cui fondamenta operare per rendere completo, nel nostro piccolo, il cambiamento che vogliamo essere.

È una grande opportunità per cambiare quella anormale “normalità” che ci rende ogni giorno tutti un po’ più poveri, tutti un po’ più infelici. Ed è un piccolo percorso che, passo dopo passo, vorremo compiere assieme ai tanti pragmatici idealisti che si battono per un mondo migliore.