In due lettere inviate il 16 ottobre al presidente del consiglio Matteo Renzi e al vicepresidente e ministro dell’Interno Angelino Alfano, il direttore generale di Amnesty International Italia, Gianni Rufini, ha espresso profondo allarme per l’annuncio, fatto dal governo italiano in sede europea, relativo alla chiusura dell’Operazione Mare nostrum, che verrebbe sostituita dall’Operazione Triton, gestita dall’Agenzia Frontex, nel Mediterraneo centrale.
“L’annuncio della Commissione europea in agosto di avviare l’Operazione Triton per sostenere gli sforzi di ricerca e soccorso dell’Italia è stato ampiamente considerato come il primo segno di un campanello d’allarme dell’Unione europea e come una risposta collettiva alle tragedie in corso nel Mediterraneo centrale. Tuttavia, è ormai chiaro che l’Operazione Triton risponderà solo parzialmente alle reali e attuali esigenze di ricerca e soccorso in mare al fine di salvare vite umane. Come ripetutamente affermato dal direttore esecutivo di Frontex, il successo di Triton dipenderà dai contributi di uomini, mezzi e risorse finanziarie da parte degli stati membri e rimarrà limitato dal mandato di Frontex, la cui missione primaria è il controllo delle frontiere” – si legge nella lettera.
“Sin dall’avvio dell’Operazione Mare Nostrum, Amnesty International ha ripetutamente evidenziato la necessità che questa fosse sostenuta dall’intera Unione europea e dai suoi stati membri, e che l’Italia non possa e non debba essere lasciata sola nel difficile compito di gestire i flussi migratori verso l’Europa. Siamo ugualmente consapevoli dell’importanza dei risultati raggiunti dall’Operazione. Dopo i naufragi di Lampedusa del 2013, l’Italia ha salvato grazie a questa la vita di circa 140.000 persone. Nonostante ciò, si stima tuttavia che oltre 3000 persone siano morte in mare quest’anno, nel tentativo di raggiungere l’Europa” – prosegue la lettera.
Questo, secondo Amnesty International, dimostra che tale tipo di operazione non può essere in nessun modo ridimensionata, ma deve essere piuttosto potenziata e sostenuta da tutti gli stati membri dell’Ue.
Nella lettera al presidente Renzi e al ministro Alfano, Amnesty International sottolinea che “mentre, l’Operazione Mare nostrum costa circa nove milioni al mese e copre sia le acque europee, che quelle internazionali, Triton in base alle informazioni fino ad ora disponibili s’impegnerebbe con tre milioni di euro al mese e avrebbe un campo d’azione molto più ristretto, limitato alle zone adiacenti alle acque territoriali italiane. Inoltre, il focus primario di Triton rimarrebbe il controllo delle frontiere”.
“Amnesty International ritiene che qualunque operazione di ricerca e soccorso nel Mar Mediterraneo debba avere come priorità assoluta quella di proteggere le vite umane di coloro si trovano in mare e di assicurare loro l’accesso alla protezione internazionale. Inoltre, finché l’Unione europea non si impegna a disporre un’operazione collettiva che eguagli o addirittura superi le azioni di Mare nostrum, la nostra Organizzazione sollecita l’Italia a proseguire le sue operazioni di ricerca e soccorso per salvare vite umane in mare” – continua la lettera.
“Alla luce dell’arrivo di circa 165.000 rifugiati e migranti attraverso il Mediterraneo centrale, la metà dei quali provenienti da Siria ed Eritrea e dunque rifugiati “prima facie”, è chiaro che le persone continueranno a prendere questa strada pericolosa in cerca di sicurezza e rifugio. Amnesty International sollecita quindi il governo italiano a non porre fine all’Operazione Mare nostrum e a fare invece in modo che questa affianchi l’Operazione Triton per quelle parti di mare non coperte da quest’ultima, al fine di garantire soccorso e salvataggio in mare al numero maggiore possibile di persone in fuga da persecuzione e conflitti” – conclude la lettera.
Su questi temi, domani 17 ottobre dalle 9.15 alle 13.30 Amnesty International Italia, in collaborazione con l’Ufficio d’informazione del Parlamento europeo in Italia organizza il convegno “Diritti di migranti e rifugiati in Europa: il costo umano della traversata in mare”. Il convegno si terrà dalle 9.15 alle 13.30 presso la Sala delle Bandiere dell’Ufficio del Parlamento europeo a Roma, in via IV Novembre, 149.
Il programma del convegno, moderato dal giornalista del Tg2 Valerio Cataldi, è il seguente:
ore 9.15
“A un anno dal naufragio di Lampedusa, ancora morti nel Mediterraneo. Quali sono le misure che l’Europa deve mettere in campo”
John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International
“Politiche e prassi dell’Unione europea sull’immigrazione. L’Italia e il suo ruolo di presidenza dell’Unione europea”
Simona Zucchett, consigliere del sottosegretario di stato Sandro Gozi, con delega per il Semestre europeo, presidenza del Consiglio dei Ministri
Consigliere Simona De Martino, capo Ufficio III della Direzione generale per l’Unione europea
“Povertà, guerre e persecuzioni. Una sfida per l’Europa nel contesto dell’immigrazione e asilo?”
Gianni Rufini, direttore generale Amnesty International Italia
“ Carta europea dei diritti fondamentali. Una garanzia per i diritti dei migranti e richiedenti asilo in Europa?”
On. Eleonora Forenza, parlamentare europeo, Italia (Lista Tsipras – L’Altra Europa, GUE-NGL)
On. Pier Antonio Panzeri, parlamentare europeo, Italia (PD-S&D)
ore 11.30
“L’Operazione Mare nostrum e il salvataggio delle vite in mare”
Ammiraglio Filippo Maria Foffi, Comandante in capo della Squadra navale, Marina Militare italiana
“Canali umanitari, Dublino II, accordi Schengen, ricongiungimenti familiari. Come garantire protezione e diritti umani ai migranti, rifugiati e richiedenti asilo in Europa”
Riccardo Clerici, Protection Associate, Unhcr
“I migranti in numeri: il ruolo dei media nella tutela dei diritti di migranti e rifugiati in Europa”
Pietro Suber, Carta di Roma
“L’Europa come luogo dove cercare la propria sicurezza”
Testimonianza di Majid Hussain, rifugiato politico in Italia
Per maggiori informazioni sulla campagna Sos Europa e firmare l’appello:
http://www.amnesty.it/sos-europa
http://appelli.amnesty.it/sos-europa/
Il rapporto integrale “Vite alla deriva: rifugiati e migranti in pericolo nel Mediterraneo centrale”, la sintesi in italiano e ulteriori risorse sono disponibili all’indirizzo:
http://www.amnesty.it/Un-anno-dopo-naufragi-di-lampedusa-numero-di-vite-perse-in-mare-aumenta-mentre-Europa-guarda-altra-parte