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Dall’8 luglio al 26 agosto 2014 si è svolta l’ultima campagna militare di Israele contro la Palestina, con la perdita di circa 65 militari e 5 civili israeliani e circa 700 militari e 1.400 civili palestinesi.

La situazione attuale, come detto da Colonialism Reparation in un comunicato stampa pubblicato l’8 gennaio 2013, è chiaramente il frutto della mentalità coloniale, che si è manifestata via via con la dichiarazione Balfour del 1917, durante il Mandato britannico della Palestina dal 1920 al 1948, con il Piano di partizione della Palestina del 1947 e con l’appoggio degli Stati Uniti a partire dalla crisi di Suez del 1956.

La situazione attuale, come detto dal presidente del CRAN (Conseil Représentatif des Associations Noires) Louis-Georges Tin in un’intervista pubblicata il 25 luglio 2014, è chiaramente “una questione di riparazioni. […] Si è voluto risolvere la questione delle riparazioni legate alla Shoah, ma facendo portare agli Arabi, che non avevano niente a che vedere con questo genocidio, una parte del carico. L’Europa e gli Stati Uniti hanno fatto bene a mettere in atto una riparazione post-genocidio, ma l’hanno realizzata in maniera colonialista a scapito degli ‘indigeni’ palestinesi, che non hanno mai ricevuto né riparazioni né risarcimenti.  Al disprezzo coloniale di ieri (quello dell’Europa e degli Stati Uniti) si aggiunge il disprezzo coloniale di oggi (quello di Israele, che non cessa di occupare ogni giorno nuovi territori palestinesi).”

Colonialism Reparation chiede che Israele, insieme agli Stati Uniti d’America, al Regno Unito e alle altre potenze coloniali dell’epoca, presenti scuse e risarcimenti alla Palestina per la colonizzazione attuale e passata riconoscendo finalmente gli errori commessi verso il popolo palestinese, riconciliandosi con la propria storia di vittima e carnefice allo stesso tempo, restituendo le colonie occupate alla Palestina e risarcendo decenni di violenza.