La nuova Rainbow Warrior, l’imbarcazione simbolo di Greenpeace, è arrivata oggi a Brindisi per la tappa conclusiva del tour “Non è un Paese per fossili”, che ha portato la nave lungo tutte le coste italiane per incontrare le comunità locali colpite dalle fonti energetiche ‘sporche’ come carbone e petrolio e promuovere le energie rinnovabili e l’efficienza. Greenpeace ha incontrato le istituzioni e i movimenti locali per discutere delle due centrali a carbone presenti sul territorio e del futuro energetico.
A bordo della Rainbow Warrior si è tenuta una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato il consigliere comunale Riccardo Rossi e Maurizio Portaluri, primario di Radioterapia all’Ospedale Perrino di
Brindisi. Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, non ha invece aderito al nostro invito a intervenire. Il sindaco di Brindisi Domenico Consales, che aveva accettato l’invito di Greenpeace, ha
comunicato la sua impossibilità a partecipare poco prima dell’inizio della conferenza.
A Brindisi si trovano da anni due centrali a carbone. La più grande, quella dell’Enel, è già stata classificata da uno studio dell’Agenzia Europea per l’Ambiente come l’impianto industriale più inquinante d’Italia e tra i 20 più inquinanti in Europa, con impatti esterni stimati tra i 550 e i 700 milioni di euro l’anno; nel 2013 è stata il nono impianto in Europa (e il primo in Italia) per emissioni di CO2. Il management della centrale è attualmente sotto processo per reati ambientali, su 400 ettari di terreno intorno all’impianto è vietata la coltivazione.
A Brindisi c’è anche una centrale di proprietà di Edipower, ferma dallo scorso dicembre e in crisi da anni. L’azienda ha presentato un progetto per riprendere la produzione, bruciando circa 550 mila tonnellate di carbone l’anno e alimentando l’impianto, per il 10 per cento, con rifiuti.
Sulla centrale Enel è riaperta la procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale, mentre il progetto Edipower è sul tavolo delle istituzioni.
“È ora che i governi, quello centrale e quelli locali, si esprimano con molta chiarezza sul destino di questi impianti e sul futuro del territorio. In questa regione si va avanti col carbone, si blocca sistematicamente l’eolico offshore e si profila lo spettro delle trivelle petrolifere a mare. È insensato. In Puglia, come nel resto del paese, bisogna definire un piano preciso di uscita dal carbone, che causa oltre 500 morti premature l’anno in Italia e dire un secco no alle trivelle” afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.
Greenpeace, in occasione del tour, ha lanciato una petizione online (http://www.greenpeace.org/
“Ancora una volta, con questo tour, abbiamo provato a dar voce a coloro che vengono colpiti quotidianamente dalle fonti fossili e chiarito la nostra ricetta energetica per il paese. Se Renzi e i suoi ministri non hanno orecchie per Greenpeace e per i “comitatini”, né per gli scienziati che ci chiedono con urgenza di salvare il clima, ascoltino almeno i mercati e capiscano che il futuro è nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica” afferma Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace. “Questo governo promuove piani di ulteriore sfruttamento delle fonti fossili, anche di quel poco che c’è sotto il mare e colpisce le rinnovabili con lo spalma-incentivi. Noi chiediamo invece che ci dica qual è la strategia italiana per decarbonizzare completamente l’intera economia da qui al 2050”.
Immagine del giro della Rainwbow Warrior in Italia: www.greenpeace.org/italy