“La ragione e i suoi eccessi” è un saggio limpido e misurato di Paolo Costa, che considera “la filosofia come il lubrificante del pensiero” che stimola la curiosità (Feltrinelli, 2014, 307 p., € 22).
La filosofia è l’esplorazione del mondo interiore e del mondo esteriore, e “Non c’è una filosofia che contenga tutte le filosofie; la filosofia intera è, in certi momenti, in ognuna. Per riprendere il detto famoso, il suo centro è ovunque e la sua circonferenza in nessun luogo” (Merleau-Ponty).
La conoscenza del mondo è necessaria per evitare azioni svantaggiose e per realizzare azioni vantaggiose: “gli umani, come tutti gli animali, esplorano e conoscono la realtà soprattutto attraverso forme incarnate di intenzionalità” e vengono direzionati da molte emozioni (se mi sento disgustato cerco di evitare determinati cibi, un ambiente malsano, alcune persone o alcuni lavori).
Per Costa “l’intuizione di base è che, al di là del metodo, una piccola dose di disordine ed eccesso sia una condizione indispensabile per il progresso della conoscenza” (p. 26). D’altra parte, nonostante la necessaria volontà di investigazione scientifica più o meno metodica, l’essenza della filosofia consiste nel cercare di diventare degli esseri umani professionisti (Martha Nussbaum).
E qui si spalanca l’inebriante porta del paradosso: “Che rapporto esiste tra la realtà dei fatti e questa fantasiosa contrapposizione tra un ordinato formicaio e un caotico aggregato di individui forse dotati, ma sicuramente sociopatici?” (p. 27). La realtà è infinita e ogni filosofo può prendere in esame una prospettiva psicologica e fenomenologica più o meno ampia della vita.
E come si esprime la saggezza a livello politico? Keynes ha affermato che “metà della saggezza dei nostri statisti si basa su presupposti che un tempo erano veri, o veri in parte e ora sono sempre meno veri”. Figuriamoci cosa può accadere nella mente di un politicante. Comunque tutti i politici avrebbero bisogno di una supervisione costante e di almeno una seduta psicologica mensile di potenziamento cognitivo (un politico irrazionale è molto più dannoso di uno psicologo irrazionale).
Nelle società civili un buon approccio filosofico rafforza il circolo virtuoso della coercizione non violenta dell’argomento migliore, basato sull’autorità della verità (Habermas). In ogni caso diventare dei buoni pensatori non è facile e solo una grande mente può gestire bene gli eccessi della ragione. La realtà può risultare inconoscibile, la curiosità è una buona guida e naturalmente “L’eccesso della ragione non è sempre desiderabile” (Montesquieu, Lo spirito delle leggi).
Paolo Costa è ricercatore presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento (www.fbk.eu). Ha curato l’Antologia di Hannah Arendt (2006) e Viaggio di un naturalista intorno al mondo di Darwin (2009).
P. S. “La vita la si può capire solo retrospettivamente, ma va vissuta con gli occhi rivolti al futuro” (Kierkegaard).