Secondo l’ultimo rapporto del ministero della Sanità della Sierra Leone, sono 783 i casi accertati di Ebola nel Paese, 20 nella sola Freetown.
Ciononostante, nell’area della capitale, il Centro chirurgico e il Centro pediatrico di Emergency sono rimaste le uniche strutture sanitarie pienamente funzionanti.
L’ospedale pediatrico locale, Ola During Children hospital, è chiuso; il Connaught hospital lavora in modo discontinuo a causa dell’assenza del personale medico e infermieristico, spaventato dal diffondersi del contagio e dalla paura di contrarre il virus.
L’ultimo report ufficiale dell’Organizzazione mondiale della sanità dichiara che nel Paese 52 operatori sanitari sono stati infettati dal virus Ebola, 28 di loro sono morti.
Gli ospedali privati sono chiusi dalla scorsa settimana: non sono pronti ad affrontare l’emergenza e non hanno nessun obbligo di rimanere aperti.
A causa dell’emergenza Ebola, il già debolissimo sistema sanitario della Sierra Leone sta collassando. A subirne le conseguenze è la popolazione che non riesce ricevere le cure di cui ha bisogno: malaria, tifo, infezioni, urgenze chirurgiche continuano a essere un problema quotidiano per la popolazione che però non trova più nessun genere di assistenza nelle strutture sanitarie pubbliche.
In questa situazione di grave emergenza, Emergency continua a garantire cure chirurgiche e pediatriche, essendo l’unico punto di riferimento funzionante rimasto in città.
“Ieri pomeriggio abbiamo ricevuto un bambino di 2 anni incosciente per malaria cerebrale. L’abbiamo sottoposto alla terapia antimalarica. Verso sera, quando finalmente era emodinamicamente stabile, abbiamo deciso di trasferirlo all’Ola During Children hospital perché il nostro ospedale era strapieno. Al nostro arrivo, abbiamo trovato il cancello chiuso: ci è stato detto che non c’era nessuno”, racconta Luca Rolla, coordinatore del Programma in Sierra Leone.
Per garantire cure al maggior numero di bambini, anche la foresteria normalmente dedicata ai parenti dei pazienti ricoverati è stata temporaneamente trasformata in corsia per aumentare il numero di posti letto disponibili.