È partita la prima class action contro il discriminatorio sistema di finanziamento pubblico della scuola privata che vige in Lombardia. Concretamente possono parteciparvi tutti i genitori di studenti delle scuole pubbliche che nell’anno scolastico 2013/2014 siano stati beneficiari della “dote scuola” denominata “sostegno al reddito”. Infatti, secondo la recente sentenza del Tar della Lombardia, questi genitori sono stati discriminati e hanno ricevuto un contributo economico troppo basso.
Ma andiamo con ordine. Il 2 aprile scorso la terza sezione del Tar della Lombardia ha emesso la sentenza in merito a un ricorso di due genitori di studenti della scuola pubblica. Come avevamo commentato a suo tempo, la sentenza non mette in discussione il finanziamento pubblico della scuola privata in sé, ma punta l’indice contro quella che è la vera cifra del “buono scuola” lombardo, cioè la discriminazione degli studenti della scuola pubblica. In questo senso, pur non essendo rivoluzionaria, questa sentenza si configura però come una prima crepa nel sistema voluto da Formigoni e ora proseguito da Maroni.
In particolare, il Tar interviene su un istituto accessorio del buono scuola in senso stretto, cioè sull’”integrazione al reddito”, che prevede un sostengo economico supplementare per le famiglie meno abbienti delle private (la maggioranza dei beneficiari del buono per le private comunque non ne ha affatto bisogno). Infatti, la logica discriminatoria del buono scuola è talmente pervasiva e arrogante da spingersi fino a stabilire che, a parità di fascia ISEE (il riccometroutilizzato normalmente dalle pubbliche amministrazioni), il sostegno economico alle famiglie meno abbienti sia differenziato in base alla tipologia di scuola: una “integrazione al reddito” tra 400 e 950 euro, nel caso della scuola privata, e un “sostegno al reddito” tra 60 e 290 euro, nel caso della scuola pubblica.
Una discriminazione talmente macroscopica che persino una sentenza altrimenti piuttosto conservatrice si esprime al riguardo nei seguenti termini: “l’amministrazione ha previsto, senza alcuna giustificazione ragionevole e con palese disparità di trattamento, delle erogazioni economiche quantitativamente diverse, più favorevoli per coloro che frequentano una scuola paritaria … a fronte della medesima necessità … e a fronte della medesima situazione di bisogno economico”.
Di conseguenza, il Tar “annulla gli atti impugnati … nella parte in cui prevedono, a parità di fascia ISEE di appartenenza, l’erogazione a titolo di “sostegno al reddito” di buoni di valore inferiore a quelli erogabili a titolo di “integrazione al reddito”.
(Per leggere la versione integrale della sentenza clicca qui; per un commento giuridico alla sentenza qui).
Ebbene, poiché il Tar “ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa”, la class action, promossa dall’Associazione NonUnoDiMeno, con il sostegno della Flc-Cgil, consiste proprio nel richiedere a Regione Lombardia il pagamento della differenza dovuta.
Se quindi siete genitori con figli iscritti alla scuola primaria o secondaria statale che abbiano ottenuto il contributo per il “sostegno al reddito” per l’anno scolastico 2013/2014, allora potete fare richiesta alla Regione, avvalendovi degli appositi sportelli messi a disposizione dai promotori della class action.
In particolare, vi segnalo quello presso la Camera del Lavoro di Milano, in via Corso di Porta Vittoria 43, operativo fino alla fine di luglio nei seguenti orari: lunedì ore 15.00-17.30, martedì ore 10.00-12.30, giovedì ore 15.00-17.30. Per conoscere gli sportelli attivati in altri Comuni lombardi, chiedete informazioni mandando una mail a info@nonunodimeno.net. In ogni caso, prima di recarvi allo sportello, leggete con attenzione tutte le istruzioni disponibili sul sito dell’Associazione NonUnoDiMeno!