Le reti pacifiste, disarmiste, nonviolente – Rete italiana Disarmo – Conferenza nazionale Enti Servizio Civile – Forum Nazionale Servizio Civile – Rete della Pace – Campagna Sbilanciamoci! – Tavolo Interventi Civili di pace – avviano il percorso per dare attuazione agli articoli 11 e 52 della Costituzione.
Giovedì 3 luglio 2014 verrà depositata presso la Cassazione la Legge di Iniziativa Popolare che sarà la proposta concreta su cui verrà impostata ed articolata tutta la mobilitazione.
Questa importante tappa fa seguito ad altri momenti di lavoro comune delle reti promotrici (in particolare le Feste della Repubblica che ripudia la guerra e l’Arena di Pace e Disarmo a Verona del 25 aprile), tutti propedeutici a questo nuovo appuntamento. La raccolta firme sarà lanciata il prossimo 2 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale della Nonviolenza e verrà portata avanti per sei mesi da comitati locali.
Obiettivo della Campagna è dare piena attuazione all’articolo 52 della Costituzione (“la difesa della patria è sacro dovere del cittadino”), che non è mai stato applicato veramente, perché per difesa si è sempre intesa solo quella armata, affidata ai militari, mentre la Corte Costituzionale ha riconosciuto pari dignità e valore alla difesa nonviolenta, come avviene con l’istituto del Servizio Civile nazionale.
La difesa civile, non armata e nonviolenta è difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; difesa dell’integrità della vita, dei beni e dell’ambiente dai danni che derivano dalle calamità naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni.
Il disegno di legge istituisce un Dipartimento che comprenderà il Servizio civile, la Protezione Civile, i Corpi civili di pace e l’Istituto di ricerche sulla Pace e il Disarmo. Il finanziamento della nuova difesa civile dovrà avvenire grazie all’introduzione dell’”opzione fiscale”, cioè la possibilità per i cittadini, in sede di dichiarazione dei redditi, di destinare il 6 per mille alla difesa non armata. Inoltre si propone che le spese sostenute dal Ministero della Difesa relative all’acquisto di nuovi sistemi d’arma siano ridotte in misura tale da assicurare i risparmi necessari per non dover aumentare i costi per i cittadini.